Sul piede di guerra, a Vasto Marina, non meno di 500 famiglie che non dimenticano due irrisolti problemi: gli attraversamenti della Statale 16 tuttora a rischio e l’inquinamento acustico causato dal passaggio dei treni. E’ per questo che, a stagione balneare quasi in archivio, il comitato Vasto Marina nel Cuore è pronto a dissotterrare l’ascia di guerra: «E’ così – sottolinea Alfredo Graziano, che dell’associazione è il portavoce – nonostante i ripetuti appelli l’amministrazione comunale continua a fare orecchie da mercante. Prendiamo il caso del rumore della ferrovia: a parte l’impossibilità, fino ad ora, di acquisire dal Comune copia di un documento già rilasciato nel 2014, fatto già grave di per sé, è illuminante sapere cosa scriveva in proposito l’Arta nella sua relazione del 7 marzo di tre anni fa: “Il rilievo fonometrico ha evidenziato il superamento del valore limite di immissione per il rumore ferroviario. Si ritiene opportuno, pertanto, che questo Comune verifichi presso Rfi o al competente servizio della Regione, l’effettivo inserimento del sito in esame nel piano di risanamento acustico, nonché i tempi per la realizzazione delle opere di bonifica. «Anche quest’anno – aggiunge Graziano – le 500 famiglie del Parco Verde, del Parco dei Limoni e delle zone limitrofe, hanno vissuto invece i disservizi di sempre. La mancata posa in opera delle barriere fono isolanti sta creando non pochi disturbi di salute alle persone, di tipo uditivo e neurologico, con prevedibili conseguenze di natura legale. Non è tollerabile essere trattati così, l’esasperazione non è più gestibile, per cui, anche a nome dei residenti, mi vedrò costretto a rivolgermi alla procura». A quello dei decibel prodotti dal passaggio dei treni si abbina l’altro problema assai sentito, quello della sicurezza stradale: «Sì - conferma il portavoce – perché se è vero che, da qualche anno, sul tratto urbano della Statale 16 sono state disposte in mezzo alla carreggiata “isole” per i pedoni, attraversare la nazionale, dove il traffico leggero e pesante è sempre sostenuto, rimane un rischio: in tanti ci hanno rimesso la vita».