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Data: 04/09/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Crac Atac - Atac, il piano dei tagli: stop a bonus e premi. Guerra agli assenteisti: ipotesi disdetta del contratto integrativo. Il Presidente M5s della commissione mobilità «Sacrifici da tutti»

Pian piano ciò che non si aveva il coraggio di dire apertamente su Atac, ora che si avvicina l'avvio del concordato preventivo e della preparazione di un doloroso piano di rientro dal maxi debito, appare tra le righe delle dichiarazioni ufficiali. Massimo Colomban, assessore alle Partecipate, in un'intervista al Messaggero ha spiegato: «Il numero dei dipendenti è superiore di almeno il 10-15 per cento rispetto a alla produttività assicurata». Ma Colomban è un imprenditore venuto dal Veneto, indipendente e senza troppe timidezze, dunque ci può stare che usi l'accetta. Il problema è che ieri anche un ortodosso del Movimento 5 Stelle romano, uno di quelli che ha sempre dialogato con il personale di Atac anche durante la campagna elettorale, Enrico Stefano, presidente della Commissione mobilità, ha pronunciato la parola più temuta: sacrifici. Ha scritto Stefano su Facebook: «Saranno necessari sacrifici da parte di tutti, che saranno però ripagati da un'azienda solida e con una prospettiva».
Ecco perché ora negli ambienti sindacali si teme una mossa tra tutte: con il concordato e con il piano di risanamento che dovrà essere presentato al giudice del tribunale fallimentare, sotto la supervisione di un commissario, ci potrà essere la disdetta del contratto integrativo.
SALARI
Ad oggi, per fare un esempio, ci sono due autisti di bus sulle strade romane: quelli di Atac e quelli di Roma Tpl, i secondi hanno una busta paga meno pesante perché a loro viene applicato il contratto nazionale base. Sarebbe complicato spiegare ai creditori che dovranno rinunciare a parte consistenti dei loro crediti nei confronti di Atac che comunque i dipendenti dell'azienda con 1,4 miliardi di euro di debiti vengono pagati di più di quelli di una società privata. «Ma sulle buste paga ricorda Stanziale della Cgil Filt il contratto integrativo vale tra i 200 e i 400 euro al mese, un colpo insopportabile per i lavoratori».
Per chiarezza: ad oggi non ci sono ancora mosse ufficiali, ma quando si parla di «sacrifici», certo si fa riferimento ai compensi dei dirigenti e dei manager, partire dai bonus e dai premi, ma è chiaro che servirà anche altro per salvare l'Atac. E per ottenere ciò che auspica Colombanuna produttività maggiore del 10-15 per cento (senza tagliare tra i 1.500 e gli oltre 2000 posti) bisognerà muovere anche altre leve.
LE MOSSE
La prima è quella della guerra all'assenteismo: gli ultimi dati disponibili parlano per il 2017 di un tasso di assenze del 12 per cento, circa il doppio di quello di Atm, l'azienda dei trasporti di Milano. La seconda leva è quella di cambiare il rapporto tra dipendenti negli uffici e personale operativo. Ad oggi, secondo gli esperti, il piatto della bilancia pende troppo dalla parte impiegatizia. Anche perché se è vero che i numeri parlano di troppi dipendenti rispetto alla produzione, come ha denunciato Colomban, è altrettanto vero che il numero degli autisti appena sufficiente rispetto ai 1.300 bus che giornalmente dovrebbero uscire per strada. E oggi ci sarà la prima prova: con l'entrata in vigore dell'orario invernale la flotta deve aumentare di 400 mezzi, partendo dai 900 in circolazione. Un obiettivo non semplice, che potrebbe richiedere nuovi anticipi da parte del Comune attraverso il contratto di servizio ad Atac.

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