L'AQUILA - L'abruzzese Gianni Di Cesare, già segretario regionale della Cgil e oggi nell'area Politiche dello sviluppo del sindacato guidato da Susanna Camusso, dove si occupa di sviluppo sostenibile, green economy ed economia circolare, è tra i 65 nuovi consiglieri del Cnel (Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro), in rappresentanza dei lavoratori dipendenti.
L'organo consultivo del governo, che il referendum del 4 dicembre 2016 voleva cancellare, riprende così vigore, con la nomina dei nuovi componenti, a partire dal presidente, l'ex ministro del Lavoro Tiziano Treu, insediatosi già nel maggio scorso.
A differenza di quest'ultimo, che si era speso per il sì alla riforma, quindi per la cancellazione del Cnel, Di Cesare aveva sostenuto le ragioni del no, quindi del mantenimento dell'organo costituzionale.
Su una cosa oggi i due sono d'accordo: il rilancio delle sue funzioni.
"Anche in Europa c'è un Comitato che è una forma come il Cnel (il Comitato economico e sociale europeo, ndr) dove si fanno molti pasaggi, anzi è molto più funzionale - dice Di Cesare ad AbruzzoWeb - L'utilità del Cnel dipende da come lo si vuole far lavorare e da quali obiettivi gli si danno. Occorre sicuramente evitare ogni forma di sperpero economico, ma questa è una strada facilmente percorribile".
"Quali obiettivi? Questo bisogna ancora capirlo - ammette - La Cgil ha sempre fatto la scelta di restare all'interno del Cnel, rinunciando al compenso, per noi l'indennità è poco rilevante perché qualsiasi cosa percepiamo va all'organizzazione sindacale".
Di Cesare spiega che sarà la commissione ad hoc, non appena sarà ricomposta, a redigere il nuovo regolamento, ritenuto di grande importanza dopo il referendum.
"Oggi c'è una maggiore sensibilità, quindi sicuramente ci si orienterà su una razionalizzazione delle spese", dice.
"Le risorse puoi spenderle come meglio ritieni, a mio avviso occorre, ad esempio, introdurre un programma sullo sviluppo sostenibile, di cui sta discutendo tutto il mondo tranne noi. Questo sarebbe molto importante. - fa notare - Per il lavoro che faccio sono stato anche a luglio all'Onu, osservo l'Europa e vedo che l'Italia è un pò chiusa sulla sua crisi sociale, economica e anche politica, da far diventare marginali argomenti di confronto tra esperti, soggetti istituzionali e parti sociali, che invece sono molto importanti".
"Il Cnel discuterà del bilancio dello Stato - spiega - che oggi è stato modificato e deve essere un bilancio di genere, orientato allo sviluppo sostenibile. È cambiato proprio lo schema del bilancio dello Stato, ed è opportuno che ci sia un confronto, pur non avendo alcun obbligo nei confronti del Cnel".
"Al referendum abbiamo difeso la Costituzione, che ha dentro di sé un equilibrio dei poteri, dentro questo schema c'era anche questo - analizza Di Cesare - La Costituzione non l'ho scritta io. La domanda è che ruolo diamo ai corpi intermedi, nella Costituzione c'è, al pari dei partiti e delle organizzazioni di rappresentanza sindacali, il Cnel. Si è difeso un equilibrio dei poteri che è anche garantito anche dai corpi sociali".
"Pensiamo che i ruoli dei corpi intermedi siano fondamentali - chiosa il neo componente del Cnel - non a caso abbiamo presentato una Carta dei diritti dei lavoratori che mette al centro il principio della rappresentanza".