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Data: 05/09/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
In pensione a 63 anni con il prestito bancario Ecco il costo delle rate

ROMA I lavoratori potenzialmente interessati sono molti: 300 mila secondo il governo. Tutti quelli che vorrebbero andare in pensione prima del compimento dei 66 anni e 7 mesi previsti dalle norme vigenti, e che non hanno potuto usare gli altri strumenti pure approvati nei mesi scorsi da Palazzo Chigi, come l'Ape sociale per i lavori gravosi e le norme per i cosiddetti precoci. Ma per capire se l'Ape volontaria, il pensionamento anticipato a partire da 63 anni per tutti i lavoratori pubblici e privati, avrà successo, bisognerà attendere di vedere quale sarà l'accoglienza, anche psicologica, del meccanismo ideato dal team economico di Palazzo Chigi insieme ai tecnici del ministero del lavoro e di quello dell'Economia. Il sistema ormai è noto, è quello di un prestito erogato dalle banche e garantito dalle assicurazioni contro il rischio di premorienza. Per il tempo che manca al compimento dei 66 anni e 7 mesi, il lavoratore potrà vivere grazie ad una somma anticipata dagli istituti di credito, ma pagata dall'Inps, che potrà variare dal 75% al 90% del futuro assegno pensionistico. Una volta compiuti i 66 anni e 7 mesi, l'Inps inizierà a versare la pensione, che però per 20 anni, ossia per 260 mesi, sarà al netto della rata di restituzione del prestito, degli interessi e della polizza assicurativa.
I CALCOLI
Quanto peserà questa rata? Secondo i calcoli, in media il 4,8% della pensione mensile, anche considerando che la metà degli interessi e del costo della polizza sarà detraibile. Ieri il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, ha annunciato con un tweet di aver firmato il decreto attuativo dello schema di pensionamento anticipato. Il provvedimento era atteso da quattro mesi, perché l'Ape volontaria sarebbe dovuta partire già a maggio. Poco male. Il testo del decreto stabilisce che le domande potranno essere «retroattive», si potranno cioè chiedere gli arretrati. Prima di poter iniziare a presentare le domande, però, mancano ancora dei passaggi, nemmeno troppo secondari. Il più importante è la firma degli accordi quadro con il sistema bancario (per definire il tasso di interesse del prestito) e con le assicurazioni (per definire il costo della polizza). Con le banche l'accordo forse è più semplice, a portata di mano. Il governo aveva ipotizzato che il tasso di interesse potesse fermarsi al 2,5%. Ma le simulazioni erano state fatto quando l'Irs, il tasso interbancario alla base dei mutui a tasso fisso, era meno dell'1,3%. Il che significa che le banche si sarebbero accontentate di uno spread dell'1,2%. Oggi l'Irs è salito all'1,43%, e dunque il tasso viaggerebbe più verso il 2,7-2,8%. È probabile che le banche chiedano anche un meccanismo di adeguamento periodico, visto che nel prossimo futuro i tassi sono destinati a salire. Per le assicurazioni i calcoli sono più complessi. Una vera sfida, visto che devono assicurare dei 63 enni contro il rischio di morte per i successivi 20 anni. Secondo le stime, comunque, il prezzo da pagare sarebbe di poco superiore al 30% del valore del prestito.
LE NOVITÀ
Il decreto firmato ieri da Gentiloni risponde anche a un'altra domanda: cosa succede se si accende un prestito per 3 anni e 7 mesi per arrivare alla pensione a 66 anni e 7 mesi e poi, come del resto è già programmato, l'età per lasciare il lavoro sale a 67 anni? In questo caso, spiega il provvedimento, la banca concederà un ulteriore prestito da restituire sempre a rate sulla futura pensione. Che, dunque, si abbasserà ulteriormente. I sindacati, che pure hanno approvato lo strumento al tavolo della cosiddetta «fase 1» della riforma pensionistica, sono scettici. Critica la Cgil, secondo cui l'Ape volontaria è «un prestito bancario oneroso per i lavoratori, che dovrà essere restituito per intero con tanto di costi per interessi e garanzie assicurative», ed «è tutt'altro che operativo». La Uil, per voce del segretario confederale Domenico Proietti ha sottolineato come l'Ape volontaria sia uno strumento «costoso», ma visto che è «su base esclusivamente volontaria, lo sceglierà chi lo riterrà opportuno». A sostenere che «la nostra battaglia non è finita per correggere le orribili storture della riforma Fornero» è stata invece la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, che in primo luogo ha puntato il dito contro un ulteriore aumento dell'età pensionabile rispetto all'aspettativa di vita. Di qui la richiesta, su cui insistono i sindacati, di congelare il meccanismo che altrimenti porterebbe a 67 anni (dagli attuali 66 anni e 7 mesi) l'età di pensionamento nel 2019.

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