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Data: 07/09/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Penisoni. Donne, dal 2018 l'età sale di un anno ma ci sono i correttivi

ROMA Nella navigazione che il governo sperava ordinata verso la fine della legislatura, c'è un fronte che sta iniziando a creare delle increspature che rischiano di trasformarsi, con l'avvicinarsi della manovra economica, in onde forza nove: le pensioni. I due scogli che sono ormai ben visibili all'orizzonte, sono l'innalzamento automatico per tutti i lavoratori a partire dal 2019 dell'età di pensionamento a 67 anni, e lo scalino di un anno che già dal prossimo gennaio porterà l'età di ritiro delle donne che lavorano nel settore privato da 65 anni e 7 mesi a 66 anni e 7 mesi. Il primo scalino, quello di cinque mesi che dovrebbe scattare nel 2019, è frutto di norme vecchie di otto anni che adeguano in automatico l'età del pensionamento alla speranza di vita. L'equiparazione dell'età di ritiro delle donne nel privato a quella degli uomini, risale invece a sei anni fa, alla legge Fornero.
LE SCADENZE
Entrambe le scadenze, insomma, sono conosciute da tempo. Ma a pochi mesi ormai dalle elezioni, il muro alzato dal governo a difesa delle regole in vigore, accettando solo piccole modifiche, rischia di mostrare vistose crepe. Oggi è previsto un incontro tra i tecnici di Palazzo Chigi, quelli dei ministeri del Lavoro e dell'Economia, con i sindacati, per discutere proprio della pensione delle donne e del congelamento dello scatto di 5 mesi per tutti previsto dal 2019. Per le donne il governo ha messo sul tavolo una proposta di manutenzione del sistema. Alle lavoratrici che rientrano nelle categorie protette dell'Ape sociale, sarebbe permesso di accedere al pensionamento a 63 anni attraverso questo strumento, avendo versato contributi per 28 anni invece dei 30, in caso di disoccupazione, e 34 invece di 36 per chi è stata impegnata in attività gravose. Per i sindacati è troppo poco. «Bisogna - dice Domenico Proietti della Uil - disporre una serie di interventi che introducano maggiore flessibilità in uscita per tutti e eliminino le disparità di genere che penalizzando le donne». «Il fatto che a gennaio 2018 per effetto della legge Fornero scatti l'unificazione dell'età per la pensione di vecchiaia tra uomini e donne a 66 anni e sette mesi», spiega il segretario Confederale della Cisl Maurizio Petriccioli, «è un ulteriore motivo per intervenire sul sistema previdenziale, bloccando lo scorrimento in avanti dei requisiti pensionistici previsti nel 2019 in relazione all'avanzamento dell'aspettativa di vita». I sindacati, poi, sottolineano come l'età di pensionamento che l'Italia raggiungerà nel 2019, in altri Paesi sarà raggiunta solo tra moltissimi anni, a cominciare dalla Germania, che toccherà i 67 anni soltanto nel 2030 (in Danimarca nel 2022, in Spagna nel 2027, in Croazia nel 2038, in Austria 65 anni per le donne nel 2033). Ma si tratta di età legali, in Italia, grazie agli scivoli, l'età effettiva di pensionamento stimata dall'Inps è di 63 anni circa. Comunque sia, non sarà facile per Palazzo Chigi e Tesoro difendere la linea Maginot delle «regole non si cambiano». Sulle donne qualche apertura ad alcune richieste sindacali potrebbe arrivare, come il rinnovo dell'Opzione donna, il meccanismo che permette di lasciare il lavoro a 57 anni (58 anni le autonome) e 35 anni di contributi, ma a patto di accettare il ricalcolo contributivo della pensione. Detto in altre parole, accettare un assegno più basso anche del 20-30%.
LA RICHIESTA
L'altra richiesta sindacale che potrebbe essere valutata, è considerare validi ai fini dell'età contributiva per il pensionamento, i periodi in cui le donne non hanno lavorato perché stavano accudendo i figli o altri familiari. Un modo per riconoscere il loro ruolo nella società. Ma il vero rebus da risolvere resta quello dell'adeguamento automatico a 67 anni per tutti dell'età di pensionamento dal 2019. Ufficialmente il governo attende che l'Istat pubblichi le sue stime definitive, che dovrebbero arrivare ad ottobre, sulla speranza di vita. Il presidente dell'Istituto di statistica, Giorgio Alleva, in una recente audizione in Parlamento ha già spiegato che in base ai dati attuali l'età andrebbe confermata a 67 anni. Ma lo scorso anno c'è stato un picco di morti, e anche quest'anno il trend sarebbe crescente. Insomma, qualcuno considera la possibilità che possa essere direttamente l'Istat a togliere le castagne dal fuoco al governo rivendendo la curva dell'aspettativa di vita e riducendo i 5 mesi di aumento dell'età di pensionamento a soli due o tre mesi.

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