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Data: 10/09/2017
Testata giornalistica: News-town
Trasporto pubblico, la Cgil contro la Regione su scorporo tratte interregionali da Tua: "A rischio servizi essenziali, così si uccide l'azienda". Confermato sciopero del 15

La Filt Cgil Abruzzo ha indetto, per venerdì 15 settembre, uno sciopero regionale di quattro ore del trasporto pubblico locale per protestare contro i provvedimenti annunciati dalla Regione Abruzzo sulle tratte interregionali.

Il sindacato accusa il governo regionale di voler togliere la contribuzione pubblica a queste tratte - che oggi fruttano introiti per 9 milioni di euro –, di volerle scorporare da Tua e riassegnarle a Sangritana Spa, una società nata nel 2011 come propaggine della Fas (Ferrovia Adriatico Sangritana) che avrebbe dovuto essere liquidata ma che, pur essendo rimasta una scatola vuota senza mezzi né dipendenti, continua a rimanere in piedi.

Se andasse in porto questa operazione, denuncia il sindacato, in una volta sola verrebbe inferto un colpo mortale a tutto il sistema pubblico regionale, ai livelli occupazionali di Tua (il rischio è che si perdano 50 posti di lavoro nelle tratte interregionali interessate dal provvedimento) e ai cittadini, che vedrebbero ridursi servizi essenziali come i collegamenti su gomma con Roma.

La riorganizzazione, inoltre, secondo la Cgil segnerebbe un deciso passo indietro sia rispetto all’accorpamento delle tre aziende di trasporto regionale (Gtm, Sangritana e Arpa) dalle quali è nata Tua sia rispetto alla riforma Madia, che ha imposto un taglio drastico alle società partecipate locali.

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“La Regione” afferma Franco Rolandi, segretario regionale della Filt “non sta rispettando gli impegni assunti a inizio legislatura. Mentre continua a essere l’unica regione italiana a non aver ancora legiferato sui servizi minimi essenziali, sta decidendo, senza atti ufficiali, perché la cosa ci è stata preannunciata dal presidente di Tua, di togliere la contribuzione alla tratte interregionali, cioè a i servizi a lunga percorrenza che incidono su più regioni”.

Nello specifico, sono nove tratte, tra cui ci sono la L’Aquila-Roma, la Giulianova-Teramo-Roma, la Sulmona-Avezzano-Roma. Nella maggior parte dei casi, parliamo di tratte che rappresentano per i cittadini l’unico modo per recarsi nella capitale. Sono due le province che pagherebbero il prezzo più alto di questo riassetto del trasporto pubblico: L’Aquila e Teramo.

“C’è un motivo” osserva Rolandi “se la politica, finora, aveva risparmiato queste tratte dalla decontribuzione ed è un motivo sociale: sono tratte su cui vanno garantiti un determinato numero di corse e basse tariffe. Parliamo anche di tratte particolarmente redditizie per Tua, che incassa dai biglietti staccati su queste linee 9 milioni di euro. E’ anche grazie a questi soldi che l’azienda può continuare a svolgere un servizio nelle aree interne".

"Se passasse questa riforma" attacca il segretario della Cgil della provincia dell'Aquila Umberto Trasatti "sarebbero proprio le aree interne, già rimaste penalizzate dalla mancata istituzione del biglietto unico su tutto il territorio regionale e non solo nell’area metropolitana Chieti-Pescara, a essere colpite”.

La riforma che è stata giustificata dal governo regionale facendo appello a un obbligo di legge che imporrebbe di separare i servizi a trasporto pubblico locale da quelli a lunga percorrenza. “Ebbene” obietta la Cgil “quest’obbligo non c’è. Anzi, c’è una norma che prevede l’esatto contrario e cioè che si può mantenere tutto il servizio di trasporto all’interno della società regionale senza operare divisioni societarie ma solo ricorrendo a più semplici divisioni contabili”.

Ma la cosa davvero assurda, secondo la Cgil, è che la Regione vuole togliere a Tua le tratte a lunga percorrenza per affidarle a Sangritana Spa, una società nata nel 2011 ma già decotta, rimasta senza mezzi né dipendenti, che avrebbe dovuto essere giù liquidata e che invece è rimasta “miracolosamente” in vita.

“Con questa operazione” dichiara la Cgil “viene disatteso sialo spirito della riforma Madia, che prevede un taglio delle partecipate, sia la riforma con cui è nata Tua, un’operazione unica in Italia, condotta in porto non senza problemi e fatica”.

Un’altra ragione dello sciopero che ci sarà la prossima settimana è il mancato rispetto, da parte della Regione, degli impegni presi con le parti sociali e con Tua sugli investimenti. Il trasporto pubblico abruzzese ha un parco macchine vecchissimo, con mezzi che hanno, in media, vent’anni di anzianità e che infatti molto spesso si rompono (o prendono fuoco). “La Regione” denuncia Rolandi “aveva promesso 20 milioni di euro per l’acquisto di nuove macchine ma quei soldi non li abbiamo ancora visti”.

La vetustà dei bus di Tua è uno dei motivi per cui sempre più gente si sta rivolgendo a vettori privati per andare a Roma. Si tratta di aziende che riescono ad applicare supersconti sulle tariffe.

“Se quei privati possono applicare quelle tariffe” denuncia Rita Innocenzi, della segreteria regionale Cgil “è soprattutto perché riescono a risparmiare sulla forza lavoro assumendo autisti che lavoravano per aziende di trasporto pubblico e che erano stati messi in prepensionamento in quanto, per sopraggiunti limiti di età, non potevano più guidare un autobus”.

Il giorno dello sciopero, annuncia il segretario provinciale della Filt L’Aquila Domenico Fontana, il sindacato ha organizzato un’assemblea pubblica, alla quale sono stati invitati anche i rappresentanti delle istituzioni locali, “perché sia nota a tutti qual è la posizione della Cgil e quali rischi comporti, per il futuro dell’azienda, questa riforma che la Regione vuole realizzare”. L’appuntamento è alle 17 all’Auditorium Sericchi, all’Aquila.

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