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Pescara, 24/11/2024
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Data: 10/09/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Regione, debito da 770 milioni: si aspetta la norma del Governo

PESCARA C'era da ricordare un personaggio illuminante come Silvio Spaventa al Marrucino di Chieti, l'abruzzese di Bomba a cui si deve, tra l'altro, la nazionalizzazione delle ferrovie nel tortuoso cammino verso l'unitarietà del Paese. E probabilmente non era questa l'occasione per parlare dei conti in rosso della Regione: un disavanzo di 770milioni accumulato nell'ultimo ventennio e rimbalzato allegramente da una legislatura all'altra, dai governi di centrodestra a quelli di centrosinistra, sino ad oggi. Non era il palco giusto per il Ministro dell'Economia e finanze, Carlo Padoan, l'ospite più atteso del convegno voluto dal governatore Luciano D'Alfonso, per fermarsi all'aridità delle cifre. Così l'annuncio più atteso: la possibilità di spalmare il debito in 20 anni, che significa ridare ossigeno alle casse dell'ente e garantire l'erogazione di servizi essenziali, dal trasporto al sociale, non è arrivato, contrariamente a quanto aveva fatto trapelare lo stesso D'Alfonso qualche settimana prima, dopo la missione romana che all'inizio di agosto lo aveva portato dal ministro per chiedere la grazia. Non tutto, però, sembra perduto come spiega l'assessore regionale al bilancio, Silvio Paolucci: «E' vero, l'argomento della dilazione del disavanzo non è stato affrontato con il ministro in questa occasione, ma in via informale abbiamo saputo che si sta lavorando a una soluzione normativa. Siamo fiduciosi». Dunque, i tecnici sarebbero ancora al lavoro per valutare attentamente la proposta della Regione e l'elogio indirizzato da Padoan all'Abruzzo, proprio mentre si celebrava la figura di Spaventa, lascia ben sperare. Il ministro ha fatto riferimento soprattutto all'uscita dal lungo commissariamento della sanità, con i conti tornati in ordine e alla spesa per la ricostruzione dopo il terremoto dell'Aquila, lasciando intuire che si è ritrovata la rotta giusta. Ora, però, serve spalmare quei 770milioni di disavanzo in un arco di tempo più lungo, rispetto ai 10 pattuiti con il governo, per evitare che in autunno salti il banco. La giunta D'Alfonso ha cercato di rimettersi in paro, negli ultimi anni, con il calcolo dei residui attivi e passivi, già avviato dalla giunta Chiodi e oggetto dei richiami della Corte dei conti. Le cifre sono venute a galla, ma il piano di ammortamento decennale non è sufficiente. Una mannaia che rischia di abbattersi soprattutto sulla seconda voce di spesa della Regione dopo la Sanità, quella del Trasporto pubblico locale, già alle prese con una delicata trasformazione dell'assetto tecnico-amministrativo (la nascita della società unica Tua), mentre pendolari e residenti delle aree interne non possono essere lasciati a piedi.

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