L'AQUILA Rimettere in piedi il progetto della metropolitana di superficie, concordandolo con il ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture. «Un progetto che già all'epoca, 15 anni fa, era innovativo e che a Padova ha fatto incrementare del 20% i passaggi annuali».
LA METRO MIA. Va controcorrente, l'ex assessore comunale Sergio De Paulis, ideatore della metro aquilana, e lancia un monito all'amministrazione in carica, che vuole smantellarne i binari e sostituirla con autobus ecologici, rispolverando il metrobus targato Cialente. «Non esistono, attualmente», sostiene De Paulis, «autobus che si possono definire ecologici. Esistono mezzi meno impattanti di quelli in uso, ma per avere, ad esempio, quelli a idrogeno, occorrerà aspettare ancora anni. Io ritengo che, anche per non rimanere indietro rispetto a Pescara e Chieti, dove il filobus viene potenziato, sia più coerente e utile andare a Roma, al ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, e vedere se si può rimettere in piedi il vecchio progetto. Vecchio per modo di dire: già 15 anni fa era stato pensato in maniera innovativa: basterebbe modificarlo, prolungando il percorso fino al terminal di Collemaggio. C'è una delibera Cipe del 2005 che ne prevede il finanziamento dai Quattro Cantoni fino al terminal». 150 PASSEGGERI OGNI 7 MINUTI.De Paulis ricorda le caratteristiche della metropolitana aquilana, che non ha mai visto la luce. «Era ed è un progetto di una tecnologia avanzata: prevedeva il transito di un mezzo ogni 7 minuti, con un carico di 150 passeggeri, rispetto ai 50/70 degli autobus. Le fermate erano di tipo intelligente, con la segnalazione dei tempi di attesa, l'emettitrice di biglietti che potevano essere obliterati a bordo, un sistema di videosorveglianza, per far sentire sicuro il cittadino anche durante le ore serali e scoraggiare gli atti di vandalismo. Erano previste, inoltre, 5 linee di fibra ottica sotto il tracciato. Il bus non raggiunge tali livelli di efficienza e anche nell'immaginario collettivo non incentiva all'uso del mezzo pubblico». SPRECO DA 18 MILIONI. C'è poi la questione dei 18 milioni di euro da sborsare: 12 da restituire al ministero perché l'opera non è stata portata a termine e altri 6 richiesti dall'imprenditore Eliseo Iannini. «La clausola sull'eventuale restituzione era stata deliberata in consiglio comunale», aggiunge De Paulis, «e mi chiedo come intendano risolverla. L'attuale amministrazione comunale dovrebbe essere lungimirante e invece rischia di fare il gioco dell'ex sindaco Massimo Cialente, che non ha smantellato i binari perché sapeva che sarebbe intervenuta la Corte dei Conti e ha furbamente passato la palla ai suoi successori».