PESCARA «In un territorio come quello abruzzese, caratterizzato per il 40% da aree interne a domanda debole per il trasporto pubblico locale, mettere a gara le linee extra regionali sarebbe stato un rischio a svantaggio dell'utenza». Camillo D'Alessandro parte da questa considerazione per giustificare l'operazione che entro il 30 settembre porterà al trasferimento nella società in house della Regione (la Sangritana spa) del ramo comerciale di Tua. Si tratta di una quarantina di aziende private che sino ad oggi hanno continuato ad erogare il servizio lungo linee strategiche, come la Teramo-Roma, attraverso la proroga delle convenzioni. Il fatto è che prima le norme europee e l'Autorità per la concorrenza, oggi la riforma Madia, impediscono di compensare le eventuali perdite dei privati attraverso l'intervento pubblico. Per questa ragione, già con la giunta Chiodi era nata Sangritana spa, allo scopo di fare confluire nella società in house della Regione il ramo commerciale del Trasporto pubblico locale, tra l'altro oggetto di due sanzioni comminate ad Arpa proprio dall'Agicom per aver utilizzato parte del contributo pubblico sulle linee extraurbane.
LA NORMA
Ora c'è anche la nuova norma nazionale che porta le Regioni di fronte a un bivio: la creazione di una società in house o l'apertura al mercato dei servizi commerciali, che vanno comunque messi a gara entro il 31 dicembre. D'Alessandro, delegato ai trasporti della Regione, spiega che la prima è una scelta obbligata anche per un altro motivo: «Il ritardo ci sarebbe costato una sanzione di 20milioni di euro», proprio mentre da parte della società unica (Tua) è pronto un investimento complessivo di circa 80milioni per l'acquisto di nuovi mezzi su gomma e il rilancio del trasporto merci su ferro.
D'Alessandro ne approfitta per rispondere anche alla Cgil che ha indetto uno sciopero regionale dei trasporti per il 15 settembre (contestando tra l'altro l'operazione della società in house), a cui non hanno però aderito le altre sigle sindacali: «Assurdo dire che si mette a rischio il posto dei 1.600 lavoratori di Tua, visto nella società unica si continua ad assumere e che sono 153 le nuove assunzioni fatte dopo la fusione delle tre aziende. Semmai è vero il contrario». Altrettanto assurdo, secondo D'Alessandro, è paventare chissà quali rischi per l'utenza delle aree interne, visto che l'operazione della Regione avrebbe invece proprio lo scopo di preservare i servizi già esistenti. Poi la sfida al sindacato: «Se dopo il 30 settembre ci sarà un solo licenziamento, io sono pronto a dimettermi, ma invito a fare altrettanti chi lo ha ipotizzato». E un'altra chiosa indirizzata alla Cgil: «E' singolare - incalza D'Alessandro - che un'organizzazione vicina alla sinistra si ritrovi sulle posizioni di Confindustria. La verità è che le riforme si fanno per favorire l'interesse pubblico, non per parlare all'ombelico di qualche lavoratore, e questa è soprattutto un'operazione di legittimità che ci viene chiesta da una legge nazionale».
D'Alessandro ha anche spiegato che sono in corso una serie di verifiche per venire a capo della vicenda di Sistema, la società esterna a cui Arpa aveva affidato i servizi di biglietteria: 2milioni di buco di bilancio e una perdita secca di 500mila euro l'anno (secondo le cifre fornite dal delegato ai trasporti). Anche qui si sta lavorando per individuare la formula tecnico-giuridica in grado di salvaguardare gli attuali posti di lavoro. Un'altra interlocuzione è in corso con il Comune dell'Aquila per il passaggio di Ama (la società del trasporto pubblico locale) in Tua, operazione che dovrebbe essere portata a termine entro il prossimo 30 giugno.