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Pescara, 24/07/2024
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Data: 12/09/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Disabili e politici, è scontro sui parcheggi. Ferrante, dell'associazione Carrozzine determinate, chiede di rinunciare ai posti auto. Allegrino e M5S favorevoli

PESCARA Cinquantotto parcheggi a pochi metri dal Comune (lato corso Vittorio Emanuele e lato via Paolucci) e dal palazzo Ex Inps di piazza Italia. Tutti protetti da una sbarra elettronica e riservati ad assessori, politici e dirigenti comunali. Sono quelli che Claudio Ferrante, presidente dell'associazione Carrozzine determinate, ha ribattezzato «un privilegio medievale di casta» chiedendo ai singoli consiglieri, assessori e dipendenti pubblici di fare un passo indietro, rinunciare al posto auto assegnato e destinarlo ai disabili. Una proposta contenuta in una lettera accorata indirizzata nei giorni scorsi al sindaco Marco Alessandrini, al presidente del consiglio comunale Francesco Pagnanelli, all'assessore alle Politiche sociali Antonella Allegrino e agli altri rappresentanti dei cittadini. «Fuori i nomi dei privilegiati», aveva chiesto Ferrante, ribadendo la necessità di eliminare «la sbarra della vergogna» e prendere provvedimenti per abbattere le innumerevoli barriere architettoniche intorno agli uffici di Comune, Provincia e Prefettura, favorendo così il diritto alla mobilità di chi ha difficoltà deambulatorie. Ma se finora dalla politica sono arrivate risposte poco convincenti, in un atto dell'ufficio di presidenza, approvato il primo dicembre 2015, compaiono i nomi di tutti gli assessori, i dirigenti e consiglieri di centrosinistra, centrodestra e Movimento 5 stelle titolari del posto auto «entro i quali ciascuno è tenuto a parcheggiare scrupolosamente l'autovettura», si legge. Nel lungo elenco, firmato dall'ex presidente e attuale vicesindaco Antonio Blasioli, sia alla maggioranza e sia all'opposizione risultano assegnati posto auto, telecomando per l'apertura della sbarra di accesso al parcheggio e contrassegno personale. Una spartizione unanime che non tiene conto dell'appartenenza politica. Gli unici nomi che non compaiono nella lista sono quelli del consigliere Massimiliano Di Pillo (M5S) e dell'assessore Paola Marchegiani (Pd) che è solita spostarsi in bicicletta. «Me l'hanno proposto due volte», ha ammesso Di Pillo interpellato dal Centro, «ma fin dal primo giorno della mia elezione ho sempre rifiutato il parcheggio. Secondo me è un privilegio che noi rappresentanti dei cittadini non dobbiamo avere. Credo sia giusto che usufruiscano i cittadini e i disabili di questi posti. In estate mi sposto in moto, ma in inverno vado in Comune in auto e quando non trovo posto pago il parcheggio come tutti i pescaresi». Assente dall'elenco anche il sindaco, a cui tuttavia è assegnata da regolamento l'auto di servizio, e gli assessori che al primo dicembre 2015 non risultavano ancora in carica. Dei 58 parcheggi nelle aree di pertinenza del Comune, cinque sono le auto di servizio (Lavori pubblici, manutenzioni, sport, servizi sociali e manutenzione del verde), due i posti riservati ai disabili e uno al servizio Ced. Tutti gli altri sono divisi tra dirigenti, assessori e consiglieri. «Chiediamo singolarmente a ogni politico di rinunciare», aggiunge Claudio Ferrante. Finora, come rende noto il presidente dell'associazione Carrozzine determinate, gli unici a rispondere sono state le consigliere pentastellate Enrica Sabatini ed Erika Alessandrini che hanno deciso di rinunciare al posto assegnato e l'assessore Antonella Allegrino che, tra il serio e il faceto, ha inviato una lettera con scritto: «Esprimo la mia posizione di contrarietà e lo faccio con la leggerezza e la sincerità che mi contraddistinguono. Qualora i miei colleghi amministratori decidessero di cambiare i destinatari dei 30, 40 posti di cui parli mi atterrò scrupolosamente a quanto venisse deciso. E infine, se dovesse capitare che qualcuno abbia problemi a parcheggiare per recarsi in Comune o in uffici vicini, fammi chiamare. Sarò lieta di togliere la mia auto e far loro posto e sono certa che tutti i miei colleghi saranno disponibili a fare altrettanto». «Non comprendiamo», rincara la dose Ferrante, «se l'assessore alla Politiche sociali viva sulla luna o si renda conto del significato del termine disabilità, pari opportunità, diritti umani e dignità. Mi si dica se possano essere queste le risposte al diritto alla mobilità». E mentre il sindaco Alessandrini si è trincerato dietro un «no comment» bollando la questione come «mero populismo» il presidente del Consiglio Pagnanelli, sentito dal «Centro, ha ammesso che «valuteremo la questione senza alcuna preclusione».

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