PESCARA La seconda voce di spesa della Regione dopo la sanità, necessaria per garantire a tutti il diritto alla mobilità, a viaggiare, a spostarsi da casa al luogo di studio o di lavoro, continua ad essere al centro di una riforma epocale che, proprio come avviene quando si cancella l'ospedale o il punto nascita sotto casa, fa discutere, divide la politica e le parti sociali, interroga l'utenza. Da qualche anno sulle due idrovore succhia soldi delle Regioni: la sanità e i trasporti, si è abbattuta la mannaia dei tagli del governo e la stretta sulle norme che ne avevano reso fin troppa allegra la gestione, al punto da attirare l'attenzione delle procure e della magistratura contabile. Così, sul trasporto pubblico locale si è arrivati a un altro bivio: la necessità per le Regioni, suggerita dalla recente riforma Madia, di dotarsi di una società in house dove far confluire tutte le aziende private (45 circa in Abruzzo) che nell'ambito del Tpl svolgono servizi commerciali attraverso le linee extraurbane e le cui eventuali perdite non possono essere più compensate con risorse pubbliche. Questo compito è affidato a Sangritana spa, che non sarà altro che il ramo commerciale di Tua, la società unica realizzata tre anni fa proprio allo scopo di accorpare le tre grandi aziende del Tpl regionale: Arpa, Gtm e Sangritana. Un'operazione che dovrà essere conclusa entro il 30 settembre secondo le disposizioni di legge e che ieri ha vissuto un altro passaggio tecnico con la deliberazione favorevole dell'assemblea dei soci di Tua.
L'OPERAZIONE
Camillo D'Alessandro, delegato ai trasporti della Regione, spiega cosa comporterà questa nuova operazione: «In sostanza si è deliberato sulla divisione del ramo commerciale di azienda che non riguarda solo la gomma ma anche il ferro, la cosiddetta unità di cargo. Il conto economico di previsione, a regime, è calcolato in 14milioni di euro di ricavi per il combinato disposto gomma-ferro merci. A seguito di questa delibera - spiega ancora D'Alessandro -, il presidente di Tua farà un'altra assemblea dei soci presso Sangritana spa che riceverà in affitto il ramo commerciale dalla società unica».
Una scelta che ha già visto mettersi di traverso la Cgil (per venerdì è stato indetto lo sciopero del trasporto pubblico regionale), Confindustria Abruzzo e Forza Italia. Intanto, sui conti del Tpl ognuno fa i suoi muovendosi su un terreno in realtà ricco di variabili. D'Alessandro ricorda che il bilancio di Tua del 2016 si è chiuso con una sostanziale pareggio (un leggero margine operativo) e che le cose sarebbero potute andare ancora meglio se non fosse entrata in vigore la normativa del 2015 che ha imposto alle Regioni di far rientrare gli oneri aggiuntivi del contratto nazionale di lavoro degli autoferrotranvieri nel fondo nazionale, prima erogati dagli enti territoriali con risorse extra.
LA NORMA
«Senza questa norma - spiega D'Alessandro - Tua avrebbe chiuso il bilancio dello scorso anno con un attivo di 2 milioni». Il fatto è che questi oneri aggiuntivi per i contratti dei lavoratori del servizio pubblico e privato del Tpl ammontano a 15 milioni per il 2016 e ad altrettanti per il 2017. Le aziende recriminano i loro diritti dalla Regione e hanno già ottenuto i decreti ingiuntivi dai contenziosi in atto nei vari tribunali, momentaneamente sospesi per l'opposizione presentata dalla Regione (che oggi non saprebbe dove prendere questa montagna di soldi).
Il governatore Luciano D'Alfonso è già andato a Roma, in compagnia degli altri presidenti di Regione, per sollecitare una copertura in grado di tamponare questa emorragia che fa tremare il bilancio dell'ente. Copertura che in questo caso farebbe sorridere soprattutto Tua, che andrebbe a incamerare nei suoi bilanci i 30 milioni degli ultimi due anni, fuori dal fondo nazionale destinato al Tpl. Su questo macigno sospeso chiede chiarezza Mauro Febbo (Fi): «Vogliamo sapere se il bilancio di Tua 2017 si chiuderà con un utile o una perdita. Mi risulta che sono mesi che non vengono pagati centinaia di fornitori per un ammontare di oltre 30 milioni di euro».