ABRUZZO. C’è grande agitazione intorno alle operazioni di cessione e riorganizzazione del trasporto pubblico locale. Agitazione forse tardiva che giunge a provvedimenti praticamente conclusi e la cui volontà politica è chiara da tempo.
Una situazione complessa che risulta ancor più complicata dalla mancanza di una volontà di spiegare carte e numeri, oltre a informare su ripercussioni future che riguarderanno conti, posti di lavoro e qualità del servizio.
Il delegato della giunta Camillo D’Alessandro vede solo successi (i suoi) e racconta di un futuro migliore per l’intero comparto. Molto più critico il solito Mauro Febbo (Fi) che invece evidenzia qualche ombra e qualche zona grigia.
In questa confusione si inserisce lo sciopero dei sindacati che contestano la rivoluzione sotto vari punti di vista.
Secondo la Filt Cgil ci sono forti timori sulla tenuta economica e finanziaria di Tua e della stessa Sangritana Spa.
Con la cessione, Tua perderà introiti per 13,7 mln/€. Secondo il Presidente Tonelli e la Regione, le minori entrate saranno compensate estendendo il biglietto unico sull'area metropolitana e facendo passare i mezzi pubblici sulla Strada Parco.
Per la Cgil è pura follia: «Finanza creativa».
La Filt Cgil unitamente alla Cgil Abruzzo conferma dunque lo sciopero di 4 ore contro la politica regionale sui trasporti indetto per venerdì 15 settembre e che interesserà prevalentemente la fascia oraria 16.00/20.00.
Proprio nella fascia dello sciopero, la Cgil ha indetto un’assemblea pubblica che si terrà a L’Aquila dalle ore 17.30, presso l’Auditorium Sericchi (Via Pescara, n.2) e a cui parteciperanno lavoratrici e lavoratori del trasporto locale. L’invito è stato esteso anche alla politica e , nello specifico a coloro che amministrano o che rappresentano le aree interne della nostra regione, ovvero quelle che subiranno gli effetti devastanti e le ricadute negative del processo di riordino deciso dalla Regione Abruzzo.
LA MANCANZA DI REGOLE
La Regione Abruzzo ha avuto a disposizione venti anni di tempo per mettersi in regola ‐ così come hanno fatto le restanti regioni – per definire espressamente, con una legge regionale, una rete di servizi minimi essenziali.
Tutto questo non è stato fatto e sull’attuale governo regionale -secondo la Cilg- si addensano le maggiori responsabilità di questo vuoto normativo, in quanto è stato messo a conoscenza in tempi non sospetti delle possibile conseguenze che tale negligenza avrebbe comportato per l’intero sistema trasportistico abruzzese.
«E in questo contesto», dice Franco Rolandi Filt-Cgil, «è davvero inaccettabile che quella stessa politica regionale che in continuazione strizza l’occhio alle aree interne, abbia ideato una riforma che quelle aree interne le andrà maggiormente a penalizzare con provvedimenti che daranno origine a conseguenze negative in termini di qualità, quantità e sostenibilità dei servizi di trasporto locale. In assenza di una specifica legge che definisce i servizi minimi, pensiamo non sia lecito, decidere in autonomia di togliere la contribuzione pubblica su alcune tratte interregionali (l’Aquila – Roma / Teramo – Roma) che per loro natura di servizio pubblico adibito al trasporto di pendolari e studenti, rappresentano la sostanza del diritto costituzionalmente garantito alla mobilità per tanti cittadini».
AFFIDAMENTO IN HOUSE E CESSIONE DI RAMO D’AZIENDA
Il sindacato si dice favorevole per la scelta di acquistare le quote per trasformare Tua in azienda in house ma non condivide la cessione di ramo d’azienda utile solo a «veder proliferare imprese pubbliche, sprechi, duplicazioni di settori, di ruoli e di figure apicali in una fase storica che invece necessiterebbe di una drastica razionalizzazione delle società partecipate».
«Pertanto», aggiunge Rolandi, «la volontà politica di rigenerare società regionali destinate originariamente alla chiusura e che oggi invece stranamente la Regione intende riabilitare ‐ unitamente a chi li amministra – con il pretesto di dovere estrapolare servizi di natura commerciale, sembrerebbe rispondere ad altre logiche affatto rispondenti alla comunità dei cittadini abruzzesi».
Una contrarietà che prima ancora sulle questioni di merito, verterebbe su eccezioni di carattere formale e sostanziale per le quali la Filt Cgil si è riservata comunque ogni azione anche legata ad elementi che dovessero successivamente emergere in ordine alla procedura.
Dall'analisi dei contenuti previsionali del piano economico finanziario decennale è emerso che «i dati riportati sono meramente ipotizzati, privi di riscontro oggettivo da parte della Regione Abruzzo e di provvedimenti correlati da parte della Giunta e/o del Consiglio Regionale, nè dotati della copertura di Bilancio della Regione Abruzzo».
Si tratta di numeri ipotetici troppo euforici e non curanti di rischi e di ulteriori aspetti che per il sindacato andavano senz’altro inseriti e che avrebbero fornito uno scenario ipotetico totalmente diverso da quello presentato.
IL CASO CERELLA. LE AREE INTERNE PENALIZZATE?
E’ curioso vedere la Regione Abruzzo stracciarsi le vesti ingaggiando una battaglia con l’Europa e chiedere di cambiare le regole della concorrenza e del libero mercato del trasporto aereo in nome della libertà di spostamento dalle aree depresse, periferiche e lontane dai grandi hub. E’ la motivazione addotta per chiedere un cambio radicale delle norme per poter finanziare società pubbliche come la Saga che poi possono pagare compagnie low cost come Ryanair senza che questo costituisse un aiuto di Stato.
Ora quello stesso principio verrebbero calpestato e questo penalizzerebbe le aree interne della nostra regione.
Ne è convinto Paolo Sallese altro sindacalista Filt che opera nella ditta Cerella una delle società collega aree del Vastese la cui maggioranza societaria è detenuta da Tua spa.
Cerella come le altre non rientrerà nella riorganizzazione societaria e non potrà beneficiare dei finanziamenti in house e questo avrà pesanti ripercussioni sul servizio e sui posti di lavoro.
Sallese denuncia da tempo l’utilizzo improprio dei fondi destinati al Trasporto pubblico per finanziare attività diverse all’interno delle società ed ora c’è un rischio anche maggiore delle sanzioni già erogate.
«E’ ben noto a tutti», dice, «che la ditta Cerella serve una vasta area del territorio interno medio-alto vastese a bassa domanda che egli ha assicurato che solo il pubblico gestore può garantire, e allora ci si chiede come mai Cerella resta fuori dalla fusione in TUA? Che ne saranno di questi servizi disagiati e con scarsi marginalità di profitto se affidati ai privati? Quali le sorti dei lavoratori?»
Domande che Sallese rivolge a D’Alessandro ma anche alle altre figure istituzionali come il sindaco di Vasto non lesinando pungenti critiche agli altri colleghi sindacalisti.