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Data: 14/09/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Brucchi, dimissioni in vista. Verso la candidatura a Roma. Oggi pomeriggio la seduta che potrebbe sancire la fine dell'amministrazione. Se vuole correre alle politiche il sindaco deve lasciare l'incarico entro domani

TERAMO L'ora della verità scoccherà alle 16. Quello di oggi pomeriggio, infatti, potrebbe restare negli annali come l'ultimo consiglio comunale del sindaco Maurizio Brucchi e della sua turbolenta amministrazione. La seduta di per sè non nasconde insidie, in quanto consacrata alla routinaria liturgia delle interrogazioni a piacere rivolte all'amministrazione, ma a trasformarla in un appuntamento cruciale per la città è la data in cui cade. Il consiglio si riunisce a meno di 24 ore dalla scadenza del termine entro il quale Brucchi si deve dimettere se intende lasciarsi aperta la strada verso la candidatura al Parlamento alle elezioni della prossima primavera. Il sindaco, tuttavia, potrebbe decidere di dimettersi anche perché di fatto non ha più una maggioranza solida su cui contare. In ogni caso la questione politica sarà riproposta tra i punti da chiarire in aula e il sindaco non potrà fare a meno di scoprire le proprie carte. Brucchi potrebbe anche anticipare le richieste di chiarimento con una comunicazione iniziale che accorcerebbe il dibattito limitando la spinta polemica delle opposizioni. Il risultato comunque non cambierà: da venerdì mattina sindaco e amministrazione potrebbero non esserci più.A quel punto scatterebbe il commissariamento tanto osteggiato nei mesi scorsi che guiderebbe il Comune fino alle prossime elezioni, che presumibilmente si terrebbero in primavera, accorpate alle politiche, con un anno di anticipo rispetto alla scadenza naturale della consiliatura. Per il sindaco si tratterebbe delle seconde dimissioni nel giro di quattro mesi, ma avrebbero un sapore diverso rispetto a quelle "tattiche" di metà maggio che il primo cittadino ritirò venti giorni dopo averle presentate. In questo caso l'atto sarà definitivo e, oltre all'aspetto burocratico di rientrare entro il termine dei sei mesi precedenti alle elezioni politiche per consentirgli la candidatura, sancirà l'impossibilità del sindaco a portare a termine il mandato riaffidatogli dagli elettori tre anni fa. La sua esperienza alla guida dell'amministrazione cittadina andrebbe incontro comunque a una fine traumatica nel giro di un mese o poco più, quando non sarebbe più rinviabile il voto sul bilancio di previsione. Per approvarlo servono 17 voti, la maggioranza assoluta che il sindaco non ha più da mesi. L'ha persa di fatto con il ritiro delle prime dimissioni e l'allargamento della giunta a nove assessori. Quell'operazione lo ha lasciato con 15, massimo 16, consiglieri dalla sua parte che non basterebbero a far passare il bilancio e di conseguenza a garantire la sopravvivenza per quanto stentata dell'amministrazione. I tentativi di recuperare i fuoriusciti di "Futuro in" e i dissidenti della prima ora di Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale e "Al centro per Teramo" non hanno prodotto risultati apprezzabili. La spada di Damocle del bilancio, inoltre, ha indotto Brucchi a diffidare comunque da eventuali appoggi verbali che rischierebbero di svanire al momento del voto decisivo. Allora meglio farla finita subito, tanto più che la defenestrazione a ottobre o novembre conseguente alla mancata approvazione del documento contabile gli toglierebbe anche l'ultima carta della possibile candidatura per il parlamento con cui potrebbe sparigliare il gioco nel centrodestra. D'altra parte le recenti nomine fatte da l sindaco ai vertici della Team non hanno certo puntellato la stabilità di quel che resta della maggioranza. Il disappunto manifestato da "Futuro in", la lista civica di Paolo Gatti che in aula conserva la rappresentanza numerica più consistente, è un'ulteriore incrinatura in rapporti che non sono mai stati idilliaci. Il sindaco si è trincerato nel silenzio per non alimentare altre polemiche: parlerà oggi alle 16.

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