A Palazzo Senatorio, ieri, si sono fatte le ore piccole. È ancora il dossier Atac a tenere sveglia la giunta pentastellata. Perché ieri è arrivato il parere dei revisori dei conti della municipalizzata sull’orlo del crac. I tecnici hanno rilevato una sfilza di criticità nel documento approvato dal Cda martedì, quello che ha fatto regi- strare, nel 2016, perdite triplicate rispetto all’anno precedente. Con il passivo schizzato da 70 a 212 milioni di euro, come aveva anticipato il Messaggero , per una sequela di svalutazioni e accantonamenti. Operazioni su cui i controllori aziendali hanno chiesto chiarimenti, anche se al- la fine è stato concesso il via libera alla manovra. E infatti la giunta Raggi si è riunita in tutta fretta per studiare le carte e predisporre la delibera finale che dovrebbe consentire, già oggi, al presidente e amministratore de- legato di Atac, Paolo Simioni, di varcare il portone del Tribunale fallimentare per chiedere il con- cordato preventivo. Richiesta che, al massimo, potrebbe esse- re formalizzata lunedì. ASSEMBLEA DESERTA C’è infatti ancora un ultimo osta- colo procedurale, l’assemblea dei soci - che ieri è andata deserta - deve riunirsi e convalidare la strategia varata dall’amministrazione grillina. Passaggio formale, ma decisivo per presenta- re la richiesta di concordato ai giudici. Di fatto è una corsa contro il tempo per dribblare le istanze dei creditori che continuano ad inzeppare la buca del- le lettere nel quartier generale di via Prenestina. Un’istanza di fallimento è già stata presentata. Ora l’azienda, gravata da un de- bito che sfiora 1,4 miliardi di eu- ro e con una lista di 1.190 credito- ri, rischia anche il pignoramento dei conti correnti, considerando che lunedì scorso è arrivato un documento di precetto del consorzio Roma Tpl, che si era rivolto ai giudici per riscuotere i crediti maturati nei confronti della società comunale. La ditta che gestisce in appalto le linee bus periferiche ha dato l’ultimatum: o Atac paga entro 10 giorni 45 milioni di euro, oppure scatterà il pignoramento dell’importo, con tanto di interessi. Totale: 67 milioni. Una scadenza che verrebbe “congelata” solo con l’avvio del concordato in bianco. IL BUS PER CIAMPINO In questo clima da rush finale, mentre l’opposizione attacca la scelta dei Cinquestelle di non portare la delibera Atac in Aula, ieri è finito nel mirino della minoranza anche il collegamento bus tra Ciampino e la Metro B, annunciato dal presidente della Commissione Mobilità, Enrico Stefano. «È una sciocchezza - attacca il dem Dario Nanni - Come sentenziato nel 2007 dall’Anti- trust per l’analogo servizio Cotral, non rientra tra i servizi essenziali per i cittadini. Il Comune non può mettersi in concorrenza con i privati per un servizio puramente commerciale». Contrario anche Marco Palumbo, presidente della Commissione Trasparenza: «Il Comune non fa servizi turistici ma garantisce trasporti pubblici»