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Pescara, 24/07/2024
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Data: 15/09/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Brucchi: «Non mi dimetto». Rinuncia alla candidatura, ma forse non avrà i numeri per poter andare avanti. Morra: «Mai più con questo centrodestra». Il coordinatore di Fratelli d'Italia pensa a liste civiche di area ma guarda anche verso sinistra

TERAMO Non se ne va, resta. Il sindaco Maurizio Brucchi si presenta in consiglio comunale in versione resiliente e dopo le ripetute indiscrezioni dei giorni scorsi, che lo volevano deciso alle dimissioni per non perdere treno della candidatura al Parlamento nella prossima primavera, annuncia l'esatto contrario. Lo fa in apertura dei lavori con quello che definisce un «piccolo chiarimento» rispetto alle voci del suo abbandono dell'incarico entro il termine dei sei mesi precedenti alle elezioni politiche che scade oggi. Brucchi parla di sé in terza persona: «Questo sindaco resta al suo posto per questa città, che ha bisogno di un'amministrazione, di una maggioranza e anche di un'opposizione». Brucchi definisce la questione della possibile candidatura «un aspetto secondario o terziario, c'è tra le mie frecce ma non ho mai abbandonato la città» e almeno per ora, dunque, non intende cambiare rotta. «Non è in gioco il futuro politico di Maurizio Brucchi, che potrebbe finire tra una settimana, tra un mese o tra un anno», riprende il sindaco tornando alla terza persona, «ma il futuro di questa città e degli importanti provvedimenti da adottare, partendo dal bilancio». Per questo il sindaco sottolinea di voler restare "fino a quando terminerà il mio mandato, anche a costo di sacrificare qualche aspirazione personale che si vedrà se ci sarà». Nessun riferimento diretto alla mancanza di numeri in maggioranza che potrebbe sfociare nella bocciatura del bilancio di previsione tra poco più di un mese e la conseguente caduta dell'amministrazione per altra via. Il sindaco, però, auspica un «cambio di prospettiva» e invita i consiglieri a «essere consequenziali anche al di là di chi mi ha criticato nelle ultime ore un po' troppo duramente». Brucchi cita le contestazioni di "Futuro in", il principale gruppo alleato, in merito alle recenti nomine ai vertici della Team. «Mi dicono che sono un uomo solo al comando, ma o lo sono sempre o non lo sono mai». Il sindaco ammette di non avere un bel carattere ma aggiunge: «So ascoltare e forse lo faccio anche troppo». Respinge cosi l'accusa di aver designato i vertici della Team in beata solitudine e difende la scelta della continuità legata alla conferma del presidente uscente Pietro Bozzelli.Il suo, comunque, non è un appello agli alleati e ai dissidenti per ritrovare l'unità perduta ormai da tempo. «Non chiedo niente a nessuno, le forze politiche dimostrino che tengono a questa città», insiste, «poi ognuno si assumerà le proprie responsabilità: io lo sto facendo oggi restando al mio posto». Fin qui le comunicazioni ufficiali, ma il sindaco non può sottrarsi a una replica indotta dalle critiche dell'opposizione secondo cui non si è dimesso perché non ha certezza dell'elezione in Parlamento. Così chiarisce che non teme il confronto con Paolo Gatti. «Per quanto ne so vuole candidarsi al Senato», precisa, e aggiunge che non ambisce al posto di capolista bloccato che gli garantirebbe un seggio sicuro alla Camera. «Mi piace la competizione», afferma, «poi posso arrivare anche secondo o terzo, ma preferisco il confronto diretto». È a chi lo accusa d'incapacità replica di avere alle spalle una carriera di 18 anni in politica, durante i quali «mi sono sempre sottoposto al giudizio degli elettori e loro mi hanno premiato». All'accusa di non fare il solo sindaco risponde secco: «ll mio part-time vale più di molti vostri tempi pieni». Nella sala dell'Ipogeo dove si sta svolgendo il consiglio ci sono i dipendenti della Tercoop che aspettano una risposta sulla gestione dei parcheggi a pagamento. Il sindaco assicura l'esame in commissione della loro proposta, ma in aula si continua a discutere solo del suo futuro politico.©RIPRODUZIONE RISERVATA


Morra: «Mai più con questo centrodestra». Il coordinatore di Fratelli d'Italia pensa a liste civiche di area ma guarda anche verso sinistra

TERAMO L'amministrazione comunale uscente e il centrosinistra sono «improponibili», ma per batterli serve «qualcosa di forte». Giandonato Morra, coordinatore regionale di Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale, riassume in queste due espressioni il suo pensiero politico in vista di elezioni più o meno anticipate. La premessa dell'ex assessore regionale è che «bisogna ancora capire cosa ci sarà» perché l'orizzonte resta sfocato e la liquidità degli schieramenti tradizionali potrebbe disegnare scenari al momento incerti. Di sicuro però Morra, allo stato attuale, esclude accordi con le forze politiche dell'amministrazione uscente da cui il suo partito ha preso le distanze ormai due anni. «Se fossimo pronti ad andare con loro alle prossime elezioni», spiega Morra, «avremmo fatto meglio a restare in maggioranza e prenderci gli incarichi che ci hanno offerto». Il giudizio sull'amministrazione dallo strappo dell'estate 2015 ad oggi non è cambiato. «Ha governato male, ha distrutto la città», attacca l'ex assessore, «arroccando il centrodestra in un fortino che hanno trasformato in loculo». Nessuna possibilità di dialogo, insomma, con chi «ci ha preso per visionari quando abbiamo lasciato la maggioranza». A meno che gli alleati d'un tempo «non si cospargano il capo di cenere e ammettano che quello che dicevamo si è puntualmente avverato». L'orizzonte di Fdi-An, dunque, abbraccia per ora gli altri gruppi dissidenti dell'ex maggioranza. Il confronto è già avviato con "Al centro per Teramo" di Mauro Di Dalmazio e "Direzione Italia" dell'ex assessore comunale Rudy Di Stefano, ma lo sguardo di Morra si spinge anche oltre questo scenario "naturale". Il malcontento suscitato l'amministrazione in carica e l'insofferenza per gli schieramenti tradizionali alimenta la spinta verso aggregazioni civiche a cui tendono anche consistenti pezzi del centrosinistra. Morra tiene d'occhio questi movimenti per coglierne gli sviluppi: «Vediamo a cosa porteranno,"come faccio a respingere o a sostenere quello che ancora non è definito?". Una proposta alternativa, sebbene di matrice di centrosinistra, è già in lavorazione. L'addio di Gianguido D'Alberto al Pd ha dato impulso all'ondata di civismo che punta ad affermarsi nelle prossime elezioni come esperienza di rottura degli schemi politici consolidati a livello locale. Morra guarda con interesse a quest'operazione e non esclude neppure di esserne parte. «Gianguido è una persona onesta», sottolinea, «ma se lo appoggiassi dovrei dimettermi da coordinatore di Fratelli d'Italia». Il passo non sarebbe facile, ma per Morra il futuro è comunque fuori dal sistema che finora ha combattuto: «Seguire un'iniziativa culturale non significa sposare la sinistra, ma interessarsi a quel che succede in città e non dare nulla per scontato».

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