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Data: 16/09/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Crac Atac - «Nessun taglio in Atac, bisogna lavorare di più» L'Atac al collasso con 1,3 miliardi di debiti e i libri in tribunale per il concordato, i conti del Comune a rischio squilibrio con bilancio consolidato e un buco da 670 milioni, le altre partecipate che ballano. Qual è il segreto di Gianni Lemmetti per uscire da questo imbuto?

«Vedete questo?», e per un attimo, da come lo fa oscillare sembra il mitico pendolino di Maurizio Mosca. «Questo è il ciondolo del Signore degli Anelli, da quando sto a Roma lo porto sempre con me, mi ricorda che il potere corrompe e non bisogna farsi corrompere dal potere. È la teoria del M5S. È il mio segreto».
L'assessore al Bilancio arrivato da Livorno, il quarto della giunta Raggi, tira fuori il ciondolo dalla tasca dei jeans e lo mostra come si fa, appunto, con gli amuleti. Non rimane che Tolkien ai pentastellati romani? Lemmetti ride, il suo sguardo rivela una bonomia tutta toscana.
È appena uscito dal Campidoglio. Indossa una di quelle magliette che lo hanno reso famoso. Questa è nera, è del Trono di Spade. C'è scritto «winter is coming»: l'inverno sta arrivando. Insomma, è tempo di battaglia.
Assessore partiamo da Atac, la grande malata della Capitale. I posti di lavoro con il concordato preventivo sono a rischio?
«Non ci saranno tagli ai posti di lavoro. Se lavoreranno di più i dipendenti? Se lo dicono i tecnici, va bene. Non abbiamo chiesto ancora una valutazione, ci atteniamo alle linee guida».
Per salvare Atac e i posti di lavoro, l'azienda sarà costretta ad aumentare la produttività?
«Sì, più produttività per la cittadinanza significa più autobus per i cittadini, non c'è alcuna volontà di tagliare sul personale. Abbiamo bisogno di alzare il livello».
A Roma tra i dipendenti della municipalizzata c'è un tasso di assenteismo del 12%.
«Lo so».
E quindi cosa pensate di fare?
«Aspettiamo i dati ufficiali in merito: fino a quando non esce il piano industriale non parleremo, sicuramente la produttività dell'azienda dovrà aumentare, questo sì».
Lei è stato chiamato perché ha curato il concordato a Livorno dell'azienda dei rifiuti: qui a Roma la situazione è diversa, si rischia il fallimento?
«Non credo, questa è un'azienda molto grande, penso che non convenga a nessuno».
Entro il 30 settembre va approvato il bilancio consolidato del Comune di Roma, con dentro le partecipate, c'è uno squilibrio da 670 milioni di euro.
«In giunta è passato, adesso vedremo».
Come si trova a Roma?
«Dormo poco, questo sì. E ancora devo trovare casa, salto da un albergo a un altro».
Con il suo ultimo arrivo, ormai la Capitale sembra diventata la succursale di Livorno.
«È vero, questa non è male, devo dire».
A proposito il suo predecessore Andrea Mazzillo dice che è pronto a darle ripetizioni di Bilancio. Le accetta?
Grassa risata: «Certo, prima di darmi ripetizioni dovrebbe imparare a vestirsi meglio».
Lei invece ha già abbandonato le grisaglie, oggi indossa una maglietta del Trono di Spade.
«Sì, la mia passione, l'ho comprata a Roma, prima di essere nominato assessore, quando ero qui da turista».
Per Livorno sono stati giorni complicati e di dolore con l'alluvione.
«Sono vicino a loro, la città risponderà, ne sono sicuro. Bisogna rimanere uniti adesso».
Lei è indagato per bancarotta e abuso d'ufficio proprio per il concordato della società di rifiuti a Livorno. La cosa la preoccupa?
«No. Se sarò rinviato a giudizio? Vedremo. Penso di no».
La sua maglietta recita l'«inverno sta per cominciare»: anche quello della sindaca Raggi, a rischio rinvio a giudizio, non sembra facile. Lei che ne pensa?
«Siamo fiduciosi, lavoriamo tante ore al giorno, io dormo pochissimo».
Comunque a Livorno, dopo la sua partenza, la giunta rischia di cadere: Nogarin non ha più la maggioranza. Si sente in colpa?
«No, è una dinamica molto più complessa che non dipende da me. E comunque non credo che cadrà la giunta Nogarin. Il mio cardiologo mi dice sempre che solo il cimitero è pieno di uomini indispensabili».
Andrà a Rimini alla festa del M5S?
«Certo, ci tengo molto».
È proprio un grillino doc, come dimostra il suo ciondolo del Signore degli Anelli.
«Sì, lo ripeto: qui a Roma mi serve. Mi ricorda che non bisogna farsi corrompere dal potere».
A Livorno è passato alla storia per la maglietta «Vi stracaco sul petto», a Roma ha smesso con questi propositi?
«Macché, non è detto che a qualcuno non faccia lo stesso anche qui a Roma...».

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