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Pescara, 24/07/2024
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Data: 18/09/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Il caso Pollutri sfalda “Patto per Vasto”. Il consigliere Napolitano lascia il gruppo dopo il voto sulla vicenda del coordinatore dello staff di Menna

Giuseppe Napolitano lascia “Patto con Vasto”, il gruppo che aveva contribuito a fondare nei mesi scorsi insieme a Elio Baccalà e Mauro Del Piano, dopo l’uscita dai rispettivi gruppi di appartenenza. È la prima conseguenza dopo la resa dei conti andata in onda durante il consiglio comunale del 12 settembre, quando cinque “franchi tiratori” della maggioranza, hanno votato in favore della mozione presentata dall’opposizione con cui si impegna il sindaco, Francesco Menna, a revocare il contratto ad Angelo Pollutri, coordinatore del suo staff. La votazione è avvenuta a scrutinio segreto, ma i nomi dei cinque consiglieri dissidenti sono sulla bocca di tutti e la conferma che tra di loro ci sarebbero anche Baccalà e Del Piano arriva proprio da Napolitano. «Prendo atto che sono venute meno le premesse che mi avevano portato a dar vita al nuovo raggruppamento», spiega il consigliere, «esse si basavano soprattutto nel sostegno al sindaco, rilanciando l’azione amministrativa nel pieno rispetto del programma elettorale. Invece, nel consiglio comunale di martedì scorso, si è evidenziato in modo palese la divergenza tra i consiglieri di “Patto con Vasto” nella votazione in aula. L’accaduto rafforza la mia convinzione a uscire dal gruppo. Nei prossimi giorni comunicherò al presidente del consiglio comunale le mie decisioni». L’uscita di Napolitano dal gruppo arriva in un periodo di fibrillazioni nella maggioranza: sono giorni caldi per la compagine di centrosinistra. Dopo la votazione a scrutinio segreto, il sindaco ha iniziato una serie di incontri con i singoli consiglieri di maggioranza, a cui dovrebbe far seguito, stando alle indiscrezioni, una riunione plenaria. Nel frattempo, le minoranze invitano Menna a dar seguito al deliberato del consiglio, cioè a revocare il contratto a Pollutri, riservandosi ogni azione «qualora il primo cittadino dovesse mancare a un adempimento così importante». Per Alessandro D’Elisa, Davide D’Alessandro, Guido Giangiacomo, Vincenzo Suriani, Edmondo Laudazi e Francesco Prospero, «non rispettare il voto è di gravità inaudita. Vuol dire disattendere il giudizio del consiglio e cercare, con oscure trattative individuali, di far rientrare la crisi e far finta di nulla».

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