La richiesta al Tribunale è stata depositata ieri mattina. Dopo il voto in giunta e il passaggio in Cda, la più grande partecipata dei trasporti d'Italia imbocca ufficialmente la strada della procedura fallimentare. Entro una settimana i giudici dovrebbero decidere se accettare o meno la proposta del concordato in bianco avanzata dal presidente e ad Paolo Simioni; in caso positivo dovrebbe essere nominato il commissario che gestirà il maxi-debito cresciuto fino a sfiorare 1,4 miliardi di euro.
IL CONSORZIO
In teoria già da ieri sono congelate tutte le azioni esecutive contro l'azienda dei trasporti di Roma. Dai decreti ingiuntivi alle istanze di fallimento. Compreso il pignoramento da 67 milioni di euro chiesto ai giudici dalla Roma Tpl, il consorzio che gestisce il 20% del servizio bus della Capitale, oltre 100 linee periferiche con circa 440 bus e un contratto con l'Atac da 28 milioni di km l'anno. La situazione è delicata perché il consorzio, proprio per via del contenzioso sui pagamenti della società comunale, è spesso in crisi di liquidità e non riesce a garantire con regolarità gli stipendi degli autisti. Ecco perché va capito che impatto avrà sulla tenuta del servizio lo stop al pignoramento dei 67 milioni di euro chiesti al tribunale e già oggetto di un dispositivo di precetto che, in teoria, sarebbe scaduto proprio alla fine di questa settimana.
IL PIANO
In attesa della decisione dei giudici sul concordato, Atac nel frattempo continua a scontare il rapporto ormai deteriorato con decine di fornitori. Sia i bus che i treni della metro, a causa del gap di manutenzione e dei pochi ricambi a disposizione, viaggiano con numeri molto inferiori rispetto a quelli programmati. In questo clima gli esperti di Ernst & Young dovranno elaborare il piano di rientro finanziario e il piano industriale da sottoporre al commissario del Tribunale.
Domattina intanto si riunirà in seduta straordinaria la commissione Trasparenza del Campidoglio, proprio per affrontare il nodo Atac e il concordato preventivo. I sindacati contrari alla procedura fallimentare preparano il blitz. «Siccome il M5S ha predicato per anni trasparenza ma qui ci sembra che tutto venga fatto in modo carbonaro - attacca Claudio De Francesco, segretario della Faisa Confail - invitiamo tutti lavoratori a partecipare in massa a questa commissione, per dire la nostra e per far vedere di che pasta siamo fatti. È giunta l'ora una volta per tutte di stanare chi predica bene e razzola male».