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Pescara, 24/07/2024
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Data: 19/09/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
«La Regione elimini l'Irap alle imprese»

PESCARA E' un'arrampicata faticosa quella dell'Abruzzo sul cammino della ripresa, una parete scalata a mani nude, fatta di piccoli passi avanti, quasi impercettibili. Anche i dati sull'export relativi al primo semestre dell'anno segnalano una brusca frenata rispetto al 2016. L'Italia corre, l'Abruzzo non riesce a tenere il passo. Così, come già accaduto per i dati sull'occupazione, la Cna invita a leggere i numeri dal segno più sulle esportazioni tenendo conto del contesto nazionale e del dato tendenziale: nel primo semestre 2016 l'export abruzzese ammontava infatti a 4milioni 172mila euro, mentre nel primo semestre di quest'anno è salito a 4milioni 252mila euro, registrando dunque un incremento di 80 milioni, +1,9 in termini percentuali contro l'8% della media nazionale. Ma il dato che più conta, seconda la Cna, è un altro: il leggero passo avanti di quest'anno sull'export è pari ad appena 1/6 dell'incremento di 500milioni messo a segno nel 2016 e coinvolge, a sorpresa, anche la grande industria: l'esportazione dei mezzi di trasporto, inaspettatamente, è infatti cresciuta di appena 62milioni, così come gli altri prodotti delle imprese locali che registrano un insoddisfacente incremento di soli 18milioni. L'export dei prodotti agroalimentari cresce di 8milioni: +2,9 a fronte del +6,7 registrato a livello nazionale. Tutto questo fa scivolare l'Abruzzo al quintultimo posto nella graduatoria delle regioni d'Italia, facendo diventare un ricordo lontano l'incremento del 13,6% registrato nel primo semestre 2016, che aveva rappresentato il terzo miglior risultato a livello nazionale.
Altrettanto significative sono le variazioni dell'export rispetto alle quattro province, in un quadro piuttosto disomogeneo: a Teramo l'export cresce di 47milioni, a Pescara di 19, a L'Aquila di 14. Chieti resta al palo per effetto di due variazioni di segno opposto, come si evidenzia ancora nello studio della Cna: da un lato i mezzi di trasporto crescono di 63milioni, dall'altro si registra una flessione di pari importo sugli altri prodotti, che va dunque ad azzerare tutto.
Una lettura degli ultimi dati economici arriva anche dal presidente di Confindustria Abruzzo, Agostino Ballone che approfitta della circostanza per rilanciare i temi della politica nazionale e regionale cari all'associazione degli industriali: «Per quel che riguarda l'occupazione, Confindustria sta spingendo molto sui giovani con la richiesta di forti sgravi contributivi per le imprese inoltrata da tempo al governo. Siamo stati i primi, forse gli unici a farci carico di questo problema. Ora sembra che ci siamo, che qualcosa si stia muovendo. Per noi si tratta di invertire un trend negativo a salvaguardia delle nuove generazioni. Abbiamo anche rinunciato agli sgravi generalizzati, andando in qualche modo contro gli interessi della categoria, per portare avanti un'idea in cui crediamo molto». Poi c'è l'Abruzzo: «Da tempo, dopo l'uscita dal commissariamento della sanità, stiamo chiedendo alla Regione di eliminare le addizionali Irap che mettono in difficoltà le nostre imprese anche rispetto ai competitor più vicini, ma non abbiamo avuto risposte».
Sull'export Ballone invita a non perdere l'ottimismo: «E' vero che c'è un rallentamento rispetto allo scorso anno, ma il dato nella nostra regione è comunque positivo e superiore a quello della media del Mezzogiorno. Siamo fiduciosi che si possa riprendere il trend della ripresa». Meno ottimista il commento del presidente della commissione di Vigilanza della Regione, Mauro Febbo: «E' impressionante vedere come l'Abruzzo subisca un tracollo così evidente, per altro con una netta inversione di tendenza rispetto al dato nazionale. Il risultato di un governo regionale inconcludente - osserva l'esponente di Forza Italia -, inefficiente e poco attento a sviluppare politiche capaci di incidere sulla nostra economia e sulle aziende che lavorano e producono sul nostro territorio». Assenza di bandi dei programmi europei (Por-Fesr, Fsc e Prs), fondi bloccati, «pesano - incalza Febbo - nella Regione facile e veloce solo per la decrescita del nostro Abruzzo».

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