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Data: 21/09/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Infrastrutture - Masterplan, scossa del ministero «E' l'ora di agire»

PESCARA La consapevolezza che il tesoretto del Masterplan (1,5miliardi di euro) sia oggi l'unica vera leva a disposizione dell'Abruzzo per scrollarsi di dosso la grande della crisi, e la frustrazione dovuta ai vincoli, o meglio alle diverse interpretazioni di legge e alle difficoltà di comunicazione dei soggetti attuatori (i Comuni) con l'erogatore centrale delle risorse, che non consentono di sboccare le opere programmate: 77 macro interventi da calare sul territorio per complessivi 295 progetti ritenuti strategici in funzione della crescita.
Il governatore della Regione, Luciano D'Alfonso ha portato a Pescara i vertici del Ministero del Mezzogiorno, della Corte dei conti e della Ragioneria generale dello Stato per parlarne. Il nodo da sciogliere era quello della delibera Cipe del 2016 che assegna le risorse del Piano del Mezzogiorno nell'ambito del Fondo Sviluppo e coesione 2014-2020. Una delibera in cui si fa riferimento alla legge di stabilità del 2015, dove si precisa espressamente che «le assegnazioni del Cipe di risorse al piano stralcio e ai piani operativi approvati, consentono a ciascuna amministrazione l'avvio delle attività necessarie all'attuazione degli interventi e delle azioni finanziate». Dunque, ed è questo che D'Alfonso teneva a ribadire ieri di fronte ad amministratori e funzionari degli enti locali: «Non c'è ragione per non procedere con speditezza alla realizzazione delle opere finanziate». Già, quell'Abruzzo facile e veloce che il governatore vorrebbe vedere correre a passo di carica e che invece viene ostacolato dalla timidezza di sindaci e funzionari pubblici: «Purtroppo, di fronte a finanziamenti certi e suffragati da atti documentati ufficiali, spesso ci si pone con atteggiamenti oltremodo rigorosi che invocano supplementi comunicativi da parte dell'ente erogatore e che, anche tenendo conto delle leggi in materia, appaiono superflui e a volte non dovuti». Ecco la necessità di un confronto diretto che è arrivato soprattutto dalla viva voce del capo di Gabinetto del ministero, Edoardo Battisti: «La base normative delle due delibere Cipe semplifica, non complica le procedure, così come la successiva circolare del ministro. Abbiamo messo in piedi un meccanismo che consente addirittura di anticipare del 10% le risorse destinate ai relativi progetti esecutivi e l'erogazione delle ulteriori risorse, fino all'85%, attraverso i vari stati di avanzamento, per arrivare al 100% con il completamento del progetto».
Un chiarimento necessario, visto che in molti Comuni ci si è fermati proprio per questo: il timore di andare avanti con gli appalti e gli affidamenti dei progetti senza una copertura finanziaria piena. Poi c'è l'intervento altrettanto deciso del presidente della sezione Abruzzo della Corte dei conti, Tommaso Miele, che pur senza voler fare terrorismo nei confronti di nessuno, come ha osservato lui stesso, avverte: «La mancata ammissione a un finanziamento, che può interessare organi di governo o degli enti locali, può cagionare un danno secondo la giurisprudenza della Corte». Dunque, qualcuno potrebbe rispondere di quella colpevole inerzia di cui ha parlato anche D'Alfonso con le pezze d'appoggio arrivate dalla magistratura contabile e dai funzionari del ministero spediti a Pescara.

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