ROMA Si complica la situazione per Ryanair. La compagnia irlandese è «al lavoro per risolvere il problema», dice, dopo aver «contattato tutti i 315 mila passeggeri interessati dalla cancellazione di 2.100 voli nelle prossime sei settimane». Ma intanto anche l'Antitrust vuole vederci chiaro sullo presunta «scorrettezza» e «la violazione dei doveri di diligenza del Codice del consumo». Intanto, i piloti avrebbero lanciato un ultimatum fino a domani mattina rifiutando il bonus offerto in cambio della rinuncia a 10 giorni di ferie: i comandati chiedono contratti locali (non irlandesi) e condizioni migliori di lavoro.
LA LINEA DURA
«Tolleranza zero», è la linea del ministro dei trasporti, Graziano Delrio. Ma è evidente che il caos voli, le giustificazioni poco convincenti sul piano ferie da adeguare per motivi di forza maggiore, le indiscrezioni sulla fuga dei piloti e le accuse dei dipendenti sui contratto, non potranno essere ignorate al tavolo della vendita di Alitalia. La conferma arriva dalle parole del ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda. «Per quanto riguarda le proposte relative ad Alitalia vedremo. Certamente c'è un nodo legato alle condizioni del lavoro Ryanair, che poi le si stanno in fondo anche ritorcendo contro. E questo è un nodo da cui il governo non potrà prescindere», ha spiegato il ministro a RaiNews24, a pochi giorni dalla scadenza presentazione delle manifestazioni di interesse (il 2 ottobre), che finora vedeva in prima linea Lufthansa, accanto alla stessa Ryanair. Del resto, «quello che è successo è molto grave. Perché i disservizi sono stati molto rilevanti», ha ribadito il ministro che «condivide» anche la linea dura di Delrio sui diritti dei passeggeri a rimborsi e compensazioni. Un po' più cauto sul tema Alitalia il ministro dei trasporti: «Ryanair è una grande compagnia e ha le potenzialità per rilanciare Alitalia, non solo per comprarla». In ogni caso, «dipenderà dall'offerta che arriverà».
Ma c'è anche dell'altro per Calenda. Il caso del dumping fiscale irlandese che si unisce a quello dei diritti dei lavoratori irlandesi sarà «deve essere affrontato in maniera molto più incisiva in Europa».
La situazione non è però nuova ai sindacati, che da anni denunciano problemi per le condizioni di lavoro dei dipendenti di Ryanair, puntualizza la Fit Cisl, ricordando che anche recentemente la compagnia ha ribadito di non voler partecipare «ad alcuna negoziazione o confronto con qualsiasi organizzazione sindacale».
Nel frattempo, Ryanair ha fatto sapere che oggi non parteciperà all'incontro convocato d'urgenza dall'Enac per una verifica delle criticità. Colpa degli «impegni correlati alla gestione delle recenti cancellazioni e alla tutela dei diritti dei passeggeri», fa sapere Ryanair che rimandando l'incontro «ai primi giorni di ottobre», ha promesso di «adempiere a tutti gli obblighi del Regolamento Comunitario n. 261 del 2004 che tutela i passeggeri per le cancellazioni dei voli».
Pronta la risposta dell'Enac che ha richiamato la compagnia «alla rigida applicazione di quanto previsto della normativa e a ridurre al massimo disservizi e disagi». Pena «rigorose sanzioni».