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Pescara, 24/11/2024
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21/09/2017
Il Centro
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Pensioni, scontro sull'età. Cgil, Cisl e Uil: bloccare l'aumento a 70 anni. Poletti: confronto dopo il Def |
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ROMAI sindacati hanno inviato al Governo le loro proposte sulla previdenza ma appare assai improbabile che siano considerate nella manovra allo studio dell'Esecutivo: le risorse infatti sono molto scarse e si punta a concentrarle sul lavoro con l'introduzione di sgravi per le assunzioni a tempo indeterminato dei giovani. «Quando avremo valutato anche la dimensione economica degli impatti di queste misure, dopo l'approvazione del Def, avremo occasione di confrontarci», è il commento del Lavoro, Giuliano Poletti: «Il documento è arrivato, lo valuteremo in tutti i punti. In buona parte sono le stesse cose che abbiamo già discusso nei confronti precedenti». Cgil, Cisl e Uil hanno indicato tra le priorità il blocco dell'aumento dell'età di vecchiaia collegato alla speranza di vita previsto per il 2019. Al momento il passaggio è fissato da 66 anni e sette mesi a 67 anni ma per il via libera definitivo si dovranno aspettare i dati Istat sull'aspettativa di vita previsti per ottobre. «I numeri che arrivano dall'Inps sono piuttosto severi - dice il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio - e dicono che lo spazio per manovra sulle pensioni è molto molto ridotto». Nei mesi scorsi il presidente dell'Istituto, Tito Boeri aveva parlato di un costo complessivo per la rinuncia all'adeguamento dell'età di vecchiaia all'aspettativa di vita dopo il 2021 di 141 miliardi. E ora sono stati pubblicati dati Eurostat secondo i quali la durata media della vita lavorativa attesa in Italia (31,2 anni) è la più bassa in Europa con 10 anni in meno rispetto a quella svedese. I sindacati chiedono, nell'ambito del confronto sulla fase due della previdenza, anche modifiche sull'Ape sociale nella direzione dell'estensione dello strumento e la valorizzazione in termini previdenziali del lavoro di cura delle donne. Si chiede il riconoscimento di un anticipo rispetto all'età legale per l'accesso alla pensione di vecchiaia per tutte le lavoratrici (e non solo quelle che possono accedere all'Ape sociale) che abbiano avuto o adottato dei figli (un anno per ogni figlio fino a un massimo di tre anni) ma anche l'ampliamento delle categorie di lavoratori che svolgono attività gravose. Sempre sui lavori gravosi Cgil, Cisl e Uil chiedono che sia abbassato il requisito contributivo da 36 a 30 anni per l'accesso all'Ape sociale. I sindacati insistono anche sulla pensione di garanzia per i giovani e sulla necessità di ridurre l'importo «soglia» richiesto per l'accesso alla pensione di vecchiaia con 66 anni e 7 mesi di età e 20 di contributi. In pratica invece di 1,5 volte l'assegno minimo (ora a 448 euro) maturato senza il quale chi ha cominciato a lavorare dopo il 1995 deve lavorare fino a 70 anni e 7 mesi, i sindacati chiedono di fissare l'importo soglia al livello dell'assegno minimo (il Governo aveva dato disponibilità per una cifra pari a 1,2 volte l'assegno minimo). Infine chiedono interventi per il rilancio della previdenza integrativa e il ripristino della perequazione dei trattamenti pensionistici basato sugli scaglioni di importo.
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