L’AQUILA - Alta tensione verso la fine dei lavori del Consiglio regionale, sia in seno alla maggioranza, sia tra centrosinistra e opposizioni.
Clamorosa la rissa ai vertici dell'ufficio di presidenza, tra il presidente, Giuseppe Di Pangrazio, del Partito democratico, e il vice presidente in quota all'opposizione, Paolo Gatti di Forza Italia, che per poco non si sono picchiati.
Per non parlare dell'andamento improduttivo dei lavori dell'aula, alla luce dei rinvii di tutti i provvedimenti, eccezion fatta per la legge sul baratto, fragorosamente bocciata, che era stata presentata da Leandro Bracco del gruppo misto in quota Sinistra Italiana, ma sottoscritta anche al capogruppo Pd Sandro Mariani, che vive una fase molto conflittuale con il suo partito. La figuraccia della legge respinta non aiuta certo a distendere il clima.
GATTI VS DI PANGRAZIO
A far infuriare Gatti è stato il fatto che a suo dire Di Pangrazio, durante la discussione sulla modifica delle norme per l'assegnazione e la gestione delle case popolari, ha dato la parola al presidente della Giunta, Luciano D'Alfonso, nonostante il forzista si fosse prenotato prima.
Di Pangrazio ha chiesto a D'Alfonso se voleva intervenire dopo Gatti con quest'ultimo che è uscito dall'aula accusando la maggioranza di arroganza e "di violentare le regole" perché secondo regolamento lui aveva la precedenza e avrebbe dovuto accordare lui che il governatore parlasse prima.
A quel punto anche Di Pangrazio é uscito dall'aula per, spiegare ma è divampata la lite con Gatti che ha ripetuto più volte al presidente dell'assemblea di essere "uno scostumato".
I due sono quasi arrivati alle mani, subito fermati dalle persone che assistevano all’alterco.
Secondo quanto si è appreso, subito sono stati avviati tentativi di chiarimento.
TUTTI I PROVVEDIMENTI RINVIATI
l Consiglio regionale dopo aver discusso alcune interrogazioni e interpellanze, ha rinviato il progetto di legge per la valorizzazione e promozione dei ristoranti tipici dell’Abruzzo e quello per l’assegnazione e la gestione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, che proponeva di revocare l'alloggio popolare a coloro che commettono crimini, utlizzandolo come base logistica, per esempio per l'attività di spaccio.
Una misura apoggiata da centrodestra e Movimento 5 stelle, ma anche da esponenti di maggioranza. Il presidente D'Alfonso ha chiesto e ottenuto un rinvio per ulteriori approfondimenti di natura legislativa.
Rinviate anche l’elezione dei componenti della Commissione regionale per la realizzazione delle pari opportunità, dei nuovi membri del Collegio per le garanzie statutarie e l’elezione del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personali, già da tempo all'ordine del giorno e bloccati ormai da anni.
Il rinvio dei progetti di legge è stato votato dalla maggioranza di centrosinistra con l'esclusione del consigliere del Pd Pierpaolo Pietrucci. No anche delle opposizioni di centrodestra e del Cinque stelle.
Rinviate alla prossima seduta anche le seguenti risoluzioni: a firma dei consiglieri Sara Marcozzi, Riccardo Mercante, Domenico Pettinari e Fabio Ranieri, M5s, su "Istituzione di una giornata della memoria atta a commemorare i meridionali morti in occasione dell'unificazione italiana", a firma dei consiglieri Emilio Iampieri e Mauro Febbo di Forza Italia su "Tutela dei magistrati onorari", a firma del Consigliere Mario Olivieri, Abruzzo civico, su "Pubblicazione elenco avviso Pubblico Housing Sociale", a firma del Consigliere Mario Mazzocca, Mdp, su "Piano delle Aree", a firma del Consigliere Pietro Smargiassi, M5s, su "Decreto di soppressione reparti di Polizia Stradale", a firma del consigliere Pierpaolo Pietrucci, su "Percorso metanodotto Snam e centrali dei compressione e spinta della città di Sulmona sui comuni dei crateri sismici Centro Italia e di tutta l'area sismica dell'Appennino".
BOCCIATA LA LEGGE SUL BARATTO, MARIANI NERVOSO
Dura stroncatura del Consiglio regionale come detto invece alla legge regionale sul baratto arrivata oggi in aula per l’approvazione.
Una stroncatura che avrà lasciato l’amaro in bocca al capogruppo Pd Mariani, che ha visto il suo stesso partito rigettare una proposta di legge di cui era firmatario.
Tra Mariani e i dem c'è forte tensione dopo l’espulsione di Gabriele Viviani, segretario della sezione comunale di Alba Adriatica (Teramo), vicino politicamente al capogruppo Pd, per un post in cui raccomandava una strategia sicura in materia di migranti, come "regalare a chi non ha diritto di stare in Italia una crociera senza ritorno per la costa africana".
Mariani nella vicenda legge un attacco alla sua corrente politica, che si contrappone al congresso provinciale con quello dell'assessore regionale Dino Pepe e del consigliere regionale Luciano Monticelli, e ha a sua volta minacciato di restituire la tessera del Pd.
CINQUE STELLE: ''SI STANNO SGRETOLANDO, MARIANI ISOLATO''
“Abbiamo visto per mesi il consiglio bloccato dalle dinamiche interne di una maggioranza che si sta sgretolando”, commentano i consiglieri del M5s Sara Marcozzi, Riccardo Mercante, Domenico Pettinari, Gianluca Ranieri e Pietro Smargiassi “e oggi questo strappo è palesato ancora di più da una maggioranza che vota contro la legge presentata con la firma del proprio capogruppo".
"Senza entrare nel merito della legge, che riteniamo inutile, incompleta e mal scritta, ci teniamo a sottolineare il significato simbolico che questo provvedimento ha rappresentato oggi per la maggioranza, ovvero l'isolamento del capogruppo Mariani”.