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Data: 23/09/2017
Testata giornalistica: AbruzzoWeb
Il segretario Cgil, «Ricostruzione in ritardo, e serve occupazione» Giornalisti, «vita dignitosa necessaria per loro indipendenza». Camusso a L'Aquila: «Innovazione? Un quarto giovani non supera terza media» (Guarda il servizio)

L'AQUILA - "Nei processi di innovazione il 20 per cento delle aziende corrono le altre rimangono indietro. Mentre constatiamo che il 25 per cento per cento dei giovani italiani si ferma alla terza media". "L'innovazione e l'occupazione sono determinanti anche per la ricostruzione post sismica aquilana, che è in ritardo".

Lo ha affermato nel suo intervento Susanna Camusso, segretaria nazionale Cgil nel corso della manifestazione "110 anni senza solitudine" all'Auditorium del Parco dell'Aquila, in occasione dei 110 anni della fondazione della Camera del lavoro del capoluogo abruzzese, a cui hanno preso parte anche Giovanni Lolli vice presidente della Regione Abruzzo, con delega alle crisi industriali, Sandro Del Fattore segretario generale Cgil Abruzzo, Angelo Caruso presidente della Provincia dell’Aquila, Paola Inverardi, rettrice Università degli Studi dell’Aquila, Pierluigi Biondi, sindaco del Comune dell’Aquila e Paolo Perna, del Centro di documentazione Cgil L’Aquila.

Molti i temi toccati dalla Camusso sia di tenore nazionale, come l’istruzione, il Masterplan per il sud, il progetto di legge del nuovo statuto dei lavoratori, la sempe puiù difficile situazione della professione giornalistica, sia di livello regionale, come la crisi del centro di ricerche Intecs dell'Aquila, e la ricostruzione post sismica.

"Da una parte si parla di economia 4.0 - ha detto Camusso nel suo intervento - dall' altra si afferma l'idea che non serve l'istruzione. Si registra insomma una cristallizzazione alla stagione precedente l'alfabetizzazione di massa, in cui il sindacato ha avuto un ruolo importante. Del resto far studiare i figli per molte famiglie rappresenta una spesa non sostenibile".

"Eppure tutti gli studi dicono che i luoghi di successo nel mondo sono connotati da un alto livello di istruzione. Eppure abbiamo uno dei migliori sistemi scolastici, nonostante le riforme sbagliate degli ultimi anni, e formiamo talenti che poi vanno all'estero, mentre cala nelle nostre università il numero degli studenti stranieri".

"Da questo punto di vista il numero chiuso alle università è un grave errore. Dovrebbe al contrario passare il messaggio che noi torniamo a scommettere sui giovani".

A seguire una riflessione sulla ricostruzione post sismica aquilana.

"Ricostruire è essenziale – ha detto ai cronisti - e siamo molto in ritardo, se pensiamo che il terremoto è del 2009 e siamo ora nel 2017 e sono ancora tanti i cantieri. Dobbiamo continuare a dire che nella ricostruzione occorre pensare anche al futuro e allo sviluppo, non solo alla ricostruzione di ciò che c'era, ed è su questo tema che si inserisce l'occupazione, il che vuol dire difendere gli insediamenti, chiedere alle aziende con alto valore aggiunto di investire sul territorio, servono e attività di attrazione, servono come in tutto il mezzogiorno investimenti sul'innovazione. La connessione 5G e le nuove tecnologie delle auto 'connesse', vanno in questa direzione. Bisogna fare molto di più".

Un auspicio che però va nella direzione opposta rispetto a quanto accade nella società di ricerca Intecs dell' Aquila, che ha annunciato pochi giorni fa lo smantellamento dei laboratori nel Tecnopolo d'Abruzzo e conseguenti licenziamenti.

"Sulla vertenza Intecs - afferma Camusso - il primo tema da porre è quello della coerenza. La Intecs partecipa al tavolo della Regione sull'innovazione tecnologica. Non si può immaginare che questa azienda partecipi a progetti, e dall' altra licenzi le competenze e le esperienze del territorio. La prima cosa che facciamo e' chiedere alla Regione un intervento che chieda soluzioni occupazionali".

Passando ai temi nazionali alla domanda del cronista di Abruzzoweb in merito ai dati forniti dal presidente nazionale dell’Ordine dei Giornalisti in tema di precariato, secondo i quali 8 giornalisti su dieci non superano con i loro redditi la soglia di povertà, la Camusso risponde che "è un tema straordinariamente di interesse che in tanta parte dipende anche dalle scelte contrattuali che si devono fare. Un lavoro che non ha le professionalita non ha piu decisioni di stabilità, poi porta all'idea che tutte le forme precarie siano possibili".

"In questo io credo - ha aggiunto la Camusso - che anche questa categoria (quella dei giornalisti ndr) come succede in quelle professionali abbia un po' sottovautato gli effetti di distanza che si andavano creando. Un tema che non riguarda solo la professione giornalistica ma tutte quelle che hanno una funzione basata su principi di autonomia e libertà se non hanno una condizione di vita dignitosa,vengono meno anche le certezze democratiche della loro funzione".

La Camusso boccia poi il Masterplan per il Sud, ovvero gli investimenti messi in campo dal governo di Matteo Renzi per infrastrutture e innovazione.

“Nel Masterplan manca l'obiettivo di vero sviluppo delle regioni meridionali. La scelta è stata quella di ricompattare i tanti rivoli della spesa che precedentemente c'erano. Risorse a pioggia in un Paese che ha poche risorse e soprattutto che paga un divario tra il Sud e il Nord del paese. Si doveva invece investire sulle vere traiettorie di sviluppo, incidendo sui problemi che impediscono ai territori di fare da soli. Si sta perdendo l'occasione di colmare il divario tra Nord e Sud, dove il tasso di disoccupazione è sensibilmente più alto".

Infine un passaggio dedicato alla proposta di legge di iniziativa popolare della Carta dei diritti universali del lavoro, che aggiorna e modifica lo Statuto dei lavoratori, fortemente sostenuta dalla Cgil, che raccolto a le firme necessarie.

"Noi abbiamo presentato nostra proposta di legge ora incardinata in Commissione Lavoro alla Camera, sono cominciate le audizioni. Noi continueremo a sostenere il nostro percorso nella chiarezza che più il Governo continua a sostenere il jobs act e più si fa danno ai lavoratori".

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