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Pescara, 24/11/2024
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24/09/2017
Il Centro
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Ginoble: serve un ricorso al Tar per far tornare le strade all'Anas. Il parlamentare attacca Upi, Anci e Regione per il pasticcio delle provinciali non riclassificate. «Questi enti sono stati distratti e distanti. L'esclusione di Teramo è offensiva e insopportabile». La replica di Pepe e Monticelli al deputato rosetano, accusato di fare esternazioni pre-elettorali «Per 553 e 259 il discorso è ancora aperto». |
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TERAMO «Insopportabile, non si può infliggere al nostro territorio un'ulteriore sofferenza». Non usa mezzi termini il deputato rosetano Tommaso Ginoble per definire l'esclusione della Provincia di Teramo dall'intesa tra Regioni e governo che riassegna all'Anas strade destinate a formare la rete viaria d'interesse nazionale. Il parlamentare invoca una reazione a livello istituzionale decisa e compatta. «Provincia, Comuni e altri enti interessati», scandisce, «presentino ricorso al Tar contro questa decisione offensiva». Si tratta di capire se può essere impugnato lo schema concordato nella conferenza unificata che ha stilato l'elenco delle strade da nazionalizzare, escludendo del tutto quelle del Teramo, o se bisognerà attendere la firma del decreto del presidente del consiglio dei ministri che renderà operativa l'intesa. Non c'è altro modo, a detta di Ginoble, per evitare che nessuna delle tante strade malmesse sul territorio teramano torni sotto il controllo dell'Anas. «Il provvedimento non può essere modificato in tempi brevi», spiega, «anche perché il lavoro della conferenza è stato lungo e articolato». La responsabilità per l'incresciosa esclusione sarebbe da attribuire all'Unione delle province (Upi), all'associazione dei comuni (Anci) e in particolare alla Regione. «Ce l'ho con loro soprattutto», chiarisce il deputato, «sono stati distratti e distanti. Il presidente Di Sabatino ha fatto quello che poteva». È quanto Ginoble evince dalla risposta alla sua interpellanza sulla questione da parte del sottosegretario ai Trasporti e Infrastrutture Uberto Del Basso De Caro. Quest'ultimo sottolinea infatti che il ministero non ha ricevuto richieste dalla Provincia di Teramo e dall'Upi, ma precisa che sono state accolte due proposte d'integrazione del provvedimento avanzate dalla Regione. «Significa che in entrambe non erano ricomprese strade teramane», ne deduce il deputato, «altrimenti il nostro territorio non sarebbe rimasto a zero». La sferzata al governo regionale, dunque, è netta.Ginoble, però, rispedisce al mittente le insinuazioni secondo cui il suo attivismo su questo problema sia preludio alla campagna elettorale. «Può sembrare che voglia approfittare della situazione», chiarisce il parlamentare, «ma ormai ho l'età per dire quello che penso». Il fatto che nel passaggio di circa 453 chilometri di strade provinciali all'Anas neppure un metro ricada nel territorio teramano è «un'offesa soprattutto per la sfacciataggine con cui ci hanno trattato».L'assessore Dino Pepe avrebbe già annunciato un provvedimento compensativo. «Se l'ha fatto sono contento ma non mi risulta», conclude Ginoble.
«Per 553 e 259 il discorso è ancora aperto». La replica di Pepe e Monticelli al deputato rosetano, accusato di fare esternazioni pre-elettorali
TERAMOSe Ginoble è sferzante con la Regione a proposito della mancata riclassificazione delle provinciali teramane, la replica della giunta D'Alfonso - affidata ai due fedelissimi teramani del governatore, Dino Pepe e Luciano Monticelli - lo è altrettanto. «Con l'interpellanza presentata su questo argomento», scrivono l'assessore e il consigliere, «l'onorevole Tommaso Ginoble fa emergere la sua completa estraneità alle numerose attività in corso in favore dell'Abruzzo, attività che diventa nozione per l'onorevole proprio grazie alla sua richiesta. Comprendiamo che l'approssimarsi delle elezioni possa portare taluni a esternare sui temi più vari con il solo scopo di strappare un grammo di visibilità, ma questo dovrebbe avvenire sempre con cognizione di causa e nel rispetto della verità sostanziale dei fatti».La verità della Regione è che il processo di riorganizzazione che porterà 22 strade provinciali a tornare all'Anas, e che «consentirà alla Regione Abruzzo di risparmiare 28,5 milioni di euro», è ancora «un percorso in fieri poiché è già sul tavolo un fascicolo inerente altri quattro interventi di riclassificazione stradale: la Sp 553 Silvi-Atri, la ex Ss 524 Lanciano-Fossacesia, la Sr 479 Sannita per Scanno e la Sp 259 della Val Vibrata».La replica a Ginoble prosegue elencando una serie di interventi che smentirebbero il disinteresse dell'amministrazione regionale verso il Teramano. Pepe e Monticelli scrivono: «Per quanto riguarda la provincia di Teramo - cui la Regione Abruzzo ha destinato 503 milioni di euro in questi primi 39 mesi di legislatura - l'amministrazione D'Alfonso ha dimostrato con i fatti di essere attenta ai bisogni del territorio: nel Masterplan abbiamo programmato investimenti pari a 85 milioni di euro per la realizzazione del 4° lotto della Teramo-mare e risorse per complessivi 8,5 milioni destinate alla messa in sicurezza della struttura viaria in Val Fino, oltre a 6 milioni per la pedemontana Campo Imperatore - Rigopiano - Castelli, a 3,2 milioni per la Sp 8 che conduce a Civitella del Tronto e a 20 milioni per la Teramo-L'Aquila nel programma speciale per i territori colpiti dal terremoto; inoltre è stata inserita nel programma degli interventi nelle aree del cratere sismico anche la riqualificazione della Ss 81 Teramo-Ascoli Piceno, arteria fondamentale per assicurare una connettività efficiente e sicura che sia elemento propulsivo per il rilancio economico del territorio, così come richiesto nel luglio scorso dai presidenti delle Regioni Abruzzo e Marche in una lettera indirizzata al ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio».
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