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Data: 24/09/2017
Testata giornalistica: Il Centro
La Regione taglia, a rischio i soldi delle piste ciclabili. Di Sabatino scrive a D'Alfonso: dateci quelli per i percorsi su Tordino e Vibrata. Il no al finanziamento della funivia

TERAMO La spinosa questione strade si interseca con quella delle piste ciclabili. E non si tratta di un incrocio stradale, quanto piuttosto della possibilità che anche per le piste ciclabili succeda quanto accaduto per le strade. E cioè che il territorio teramano resti a bocca asciutta. E' una possibilità che emerge chiaramente da due lettere inviate negli ultimi giorni dal presidente della Provincia Renzo Di Sabatino al governatore Luciano D'Alfonso e all'assessore regionale Dino Pepe, oltre che ad alcuni dirigenti regionali. Tutto parte dalla decisione del governatore di destinare 40 milioni, dei 61 previsti dal Masterplan per il completamento della rete delle piste ciclabili in Abruzzo, alla manutenzione delle strade provinciali. Una decisione peraltro scoperta quasi per caso, quando gli uffici della Provincia di Teramo, soggetto attuatore del Masterplan per le piste ciclabili, hanno telefonato in Regione per sollecitare la stipula delle necessarie convenzioni per andare avanti con l'iter burocratico e un dirigente - pare piuttosto imbarazzato - ha informato che i fondi erano stati destinati alle strade. Di Sabatino allora ha preso carta e penna e ha scritto alla Regione sottolineando che dei 61 milioni, sottratti i 40 per le strade, ne restano comunque 21. Per cui sollecita la stipula della convenzione per le piste ciclopedonali del Tordino e Vibrata, dal valore di 10 milioni, e del ponte ciclopedonale sul Tronto, da 2,2 milioni. Opere per cui la progettazione è già pronta, peraltro. E non manca di sottolineare che all'incontro del 18 luglio in cui è stato deciso appunto il cambio di destinazione dei fondi, la Provincia non è stata invitata. Un fatto per cui Di Sabatino si dichiara contrariato e chiede di fissare una nuova riunione per «individuare congiuntamente la destinazione delle risorse e la priorità di interventi». Inoltre nella stessa lettera il presidente della Provincia informa che l'ente è pronto per l'attuazione del progetto per il «completamento e ammodernamento» dei Prati di Tivo (2 milioni) e per «l'ampliamento e messa in sicurezza del posto turistico di Roseto (1,7 milioni) come da convenzione approvata a novembre 2016. Subito dopo Di Sabatino ha inviato una seconda lettera, in cui si concentra sui 40 milioni stornati per le strade provinciali. «Una scelta», scrive, «che può certamente essere condivisa stante il grave stato di dissesto della nostra rete stradale e l'urgenza di intervenire anche per evitare nuovi e ulteriori danni e, quindi, altri costi per la collettività. Se questa decisione fosse confermata Le faccio presente che, nello specifico, non sarebbe né equa né accettabile una ripartizione paritaria di risorse fra le quattro Province stante il fatto che la Provincia di Teramo, come Le è noto, è l'unica a non essere stata inserita nel piano di riclassificazione dell'Anas».L'Anas ha "statalizzato" in Abruzzo 433 chilometri di strade: le altre tre Province hanno avuto una riduzione della spesa per le manutenzioni di 52 milioni. «Siamo l'unica Provincia a doversi fare carico dei costi della manutenzione dell'intera rete stradale peraltro al momento non coperti da alcuna fonte di finanziamento», osserva. Eppure il Teramano, fa notare, è stato segnato da una serie di calamità naturali. «Mi pare evidente, conti alla mano, che alla Provincia di Teramo debba essere destinata almeno la metà della somma che intende stanziare e, anche così, Lei lo sa bene, non riusciremo a coprire tutte le incessanti esigenze». Di Sabatino non dice altro, tranne una frase lapidaria: «Almeno stavolta mi aspetto il sostegno dei rappresentanti istituzionali teramani al momento giusto e tempestivamente».

Il no al finanziamento della funivia
Un destino controverso, quello che lega il territorio teramano al Masterplan. Da ricordare è il no, nel dicembre scorso, del consiglio comunale alla funivia centro-università da 10 milioni di euro. Fondi poi destinati in parte dalla Regione ad altri territori.

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