AVEZZANO È il 16 luglio 2015. Al telefono c'è Giuseppe D'Angelo, 60 anni, sindaco del Comune di Casacanditella, nel Chietino: «Fammi vedere quanti soldi manda questo... inc... quando prima mo mi arrestano a me...». Prendeva la tangente e profetizzava un incubo. Due anni più tardi, lo hanno svegliato gli agenti della squadra mobile dell'Aquila, agli ordini del dirigente Tommaso Niglio, che all'alba hanno bussato alla porta della sua abitazione di contrada del Salice per consegnargli il mandato d'arresto. Copione ripetuto nelle case di altri sei indagati, tutti agli arresti domiciliari, come lo stesso D'Angelo, con accuse che vanno dalla corruzione, alla turbativa d'asta, fino al falso ideologico. La Procura di Avezzano ritiene di avere smontato un «malcostume dilagante nella gestione e nell'affidamento degli appalti in regione». Le misure cautelari hanno riguardato Giuseppe Venturini, 49 anni di Tagliacozzo, amministratore delegato del Consorzio acquedottistico marsicano, Antonio Ruggeri, 68 anni di Avezzano, l'uomo che vantava importanti conoscenze in Vaticano e rappresentava il collante fra i politici e gli imprenditori, Antonio Ranieri, 43enne dell'Aquila, geometra, ex Responsabile unico del procedimento al Comune di Campotosto e impiegato in Regione, Paolo Di Pietro, 51 anni, dipendente Cam, ex vicesindaco di Canistro, attuale consigliere di maggioranza e in passato braccio destro dell'ex assessore regionale Angelo Di Paolo (estraneo all'inchiesta, ndr), e gli imprenditori Sergio Giancaterino, 65 anni di Penne, titolare della Giancaterino costruzioni sas, ed Emiliano Pompa, 40enne di Montorio al Vomano, legale rappresentante della Porcinari costruzioni srl. Cinque gli indagati: il sindaco di San Martino sulla Marrucina, Luciano Giammarino, ispettore capo della polizia di Stato, i fratelli imprenditori Florideo e Silvano Primavera, Domenico Primante e l'attuale vicesindaco di Sante Marie, Vincenzo Zangrilli. L'inchiesta è stata coordinata dai sostituti procuratori Maurizio Maria Cerrato e Roberto Savelli, mentre i provvedimenti portano la firma del gip del tribunale di Avezzano, Francesca Proietti. Più di un anno di indagini e un corposo dossier fatto di intercettazioni telefoniche e ambientali. Secondo la Procura, gli indagati hanno addomesticato le gare d'appalto. A Canistro l'inchiesta ha riguardato i lavori di risanamento e consolidamento del cimitero. L'ex vicesindaco Di Pietro, stando alle accuse, avrebbe ottenuto un'opera in subappalto per un importo di 5mila euro in favore della ditta del fratello Antonio. Inoltre, gli imprenditori Giancaterino e Pompa avrebbero promesso a Di Pietro 20mila euro quale compenso per l'aggiudicazione della gara da 477.790 euro per la sistemazione dell'edificio comunale (accordo non andato a buon fine per un esposto anonimo che ha costretto il Comune a fare una gara regolare). A Campotosto gli appalti hanno riguardato la manutenzione dell'area di campeggio Capparella e del centro velico denominato Casa dei pescatori, oltre a interventi di bonifica nell'ex discarica in località Reperduso. In cambio, l'ex responsabile del Rup, Antonio Ranieri, sempre stando alle accuse, ha ottenuto un incarico retribuito per la fidanzata psicologa, chiamata come formatore in un corso di FormAbruzzo nella sede di via Pertini ad Avezzano. C'è quindi il fronte delle aste pubbliche bandite dall'Unione dei Comuni delle Colline teatine, di cui Casacanditella è capofila. Al centro dei presunti illeciti ci sono i lavori per l'area a rischio idrogeologico della località Colle grande del Comune di San Martino sulla Marrucina. Per oliare i meccanismi in favore dell'impresa di Giancaterino o di ditte collegate, come sostengono i pm, il sindaco D'Angelo si è fatto dare denaro (per complessivi 12.400 euro). Consegne camuffate con diverse modalità, fra le quali l'acquisto di biglietti della lotteria patronale, il noleggio di tendoni per una festa, contributi in beneficenza. A Capistrello, poi, il lavoro degli inquirenti si è concentrato sulla gara per la manutenzione del depuratore eseguita dal Cam in località Santa Barbara. Per l'accusa, l'imprenditore Giancaterino, con l'intercessione di Ruggeri, avrebbe fatto avere all'amministratore Venturini somme di denaro. E anche l'Ad, per il quale si ipotizza anche il reato di violazione di segreti d'ufficio, avrebbe oliato i meccanismi della gara d'appalto in cambio di un aiuto politico per la riconferma al Cam.©RIPRODUZIONE RISERVATA