ROMA - Non ci fu, nell'intricata inchiesta della 'Sanitopoli abruzzese', il reato di associazione per delinquere di cui era accusato l'ex presidente della Regione Abruzzo, Ottaviano Del Turco: la Corte d'Appello di Perugia al termine del processo ha quindi assolto da questo reato l'ex governatore abruzzese. Il Collegio ha rideterminato per lui la condanna in 3 anni e 11 mesi. Assolti con la stessa formula anche tutti gli altri imputati.
Nel dicembre 2016, la Cassazione aveva annullato parte della condanna per l'ex governatore, rinviando gli atti alla Corte d'appello di Perugia per rideterminare la pena. In appello la condanna per Del Turco era stata ridotta da nove anni e sei mesi a quattro anni e due mesi.
Dall'accusa di associazione per delinquere sono stati assolti, sempre "perché il fatto non sussiste", anche l'ex segretario generale della presidenza della Giunta regionale, Lamberto Quarta, e l'ex capogruppo della Margherita in Consiglio regionale, Camillo Cesarone.
Per l'ex presidente della Regione, i giudici hanno inoltre trasformato l'interdizione dai pubblici uffici da perpetua a cinque anni. La Corte ha inoltre revocato tutte le statuizioni civili a carico di Quarta e dell'ex assessore regionale alle Attività produttive Antonio Boschetti
IL CASO
L'inchiesta sulla sanità abruzzese portò alla caduta della giunta di centrosinistra e all'arresto, 14 luglio luglio del 2008, di Del Turco, allora governatore dell'Abruzzo, e di altre nove persone, tra cui assessori e consiglieri regionali. A far scattare gli arresti le rivelazioni dell'ex patron della clinica Villa Pini di Chieti, Vincenzo Angelini, che in appello fu assolto. Del Turco passò 28 giorni in carcere a Sulmona e, poi, altri due mesi agli arresti domiciliari. Qualche giorno dopo l'arresto si dimise dalla carica di presidente della Regione e, con una lettera, si autosospese dal Pd, di cui era stato membro della direzione nazionale.
Nel 2008 i pm parlarono di tangenti per milioni e di ingenti somme di denaro finite alle cliniche private della Regione. Denaro tuttavia, del quale non é mai stata trovata traccia sui conti di Del Turco né degli altri imputati.
• DIFESA PREPARA REVISIONE PROCESSO
Del Turco aveva definito le accuse nei suoi confronti una 'montagna di fango' creata per travolgere la Giunta. "È caduto l'ennesimo pezzo della 'famosa' montagna schiacciante di prove", ha commentato l'avvocato. "È stata esclusa perché insussistente anche l'associazione per delinquere - ha detto l'avvocato Caiazza - e dunque non c' è stata alcuna associazione per delinquere che si era impossessata della Regione Abruzzo pur essendo stata quella giunta defenestrata da questa iniziativa giudiziaria". Il legale si è detto "soddisfatto per questa importantissima conclusione". Ma la storia non finisce qui. La difesa di Del Turco si prepara a chiedere la revisione del processo. "Siamo ancora molto amareggiati - ha sottolineato Caiazza - per la decisione già presa dalla Cassazione di confermare, dopo che siamo stati assolti da 24 dazioni, la condanna per le residue quattro. Certamente non fermiamo qui, forti anche del risultato di Perugia. Quindi stiamo lavorando anche per la revisione della condanna definitiva. E sono sicuro - ha concluso Caiazza - che avremo soddisfazione come l'abbiamo avuta oggi".