Iscriviti OnLine
 

Pescara, 24/07/2024
Visitatore n. 738.562



Data: 28/09/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Del Turco, cade l'associazione, resta la condanna per induzione. La Corte di Perugia conferma l'impianto della Cassazione. Assoluzione per il reato associativo. E ricalcolo della pena per 4 episodi della vecchia concussione: da 4 anni e 2 mesi a 3 anni e 11 mesi

PERUGIA Nella vicenda processuale relativa alla cosiddetta sanitopoli in Abruzzo, per l'ex presidente della Regione Ottaviano Del Turco cade l'accusa di associazione per delinquere, ma resta, anche se ridotta, la condanna per induzione. La Corte d'appello di Perugia ha infatti assolto l'ex governatore dal reato di associazione per delinquere «perché il fatto non sussiste» dopo che la Cassazione aveva annullato con rinvio questa parte della sentenza dei giudici di secondo grado dell'Aquila. Di conseguenza, i giudici hanno ridotto da quattro anni e due mesi a tre anni e 11 mesi la pena relativa all'accusa di induzione indebita a dare o promettere utilità, reato già confermato dai Supremi giudici.La difesa di Del Turco si prepara comunque a chiedere la revisione del processo che ha portato alla condanna. «Siamo ancora molto amareggiati», ha sottolineato l'avvocato Giandomenico Caiazza, «per la decisione già presa dalla Cassazione di confermare, dopo che siamo stati assolti da 24 dazioni, la condanna per le residue quattro. Certamente non ci fermiamo qui, forti anche del risultato di Perugia. E sono sicuro che avremo soddisfazione come l'abbiamo avuta oggi». Il legale ha al tempo stesso annunciato ricorso in Cassazione contro la determinazione della pena che comunque anche se divenisse definitiva sarebbe scontata dall'ex governatore con misure alternative al carcere. Nell'udienza strettamente tecnica di ieri, il sostituto procuratore generale Giuliano Mignini aveva chiesto lui stesso l'assoluzione di Del Turco e degli altri imputati, ritenendo che non ci fosse stato un sodalizio illecito a gestire la sanità abruzzese durante la sua presidenza. Richiesta accolta dalla Corte che ha assolto Del Turco (non presente in aula al momento della lettura del dispositivo), Camillo Cesarone, ex capogruppo della Margherita in Consiglio regionale, e Lamberto Quarta, ex segretario generale della Presidenza della Giunta regionale, al quale sono revocate anche tutte le statuizioni civili. «Con questa sentenza sono stato assolto da tutti i reati, ma sono stati nove anni di sofferenze», ha commentato Quarta. Per effetto della sentenza a Cesarone viene rideterminata la pena per i reati residui a 3 anni e nove mesi dai 4 anni e 2 mesi del secondo grado. Ridotta la pena a 2 anni (con sospensione condizionale e non menzione) anche per l'ex assessore regionale Bernardo Mazzocca. L'inchiesta dal quale è scaturito il processo aveva travolto il 14 luglio del 2008 la Giunta regionale portando alle elezioni anticipate. Testimone chiave dell'accusa l'imprenditore della sanità privata Vincenzo Maria Angelini. «È caduto l'ennesimo pezzo della "famosa" montagna schiacciante di prove» ha quindi aggiunto l'avvocato Caiazza. Il legale considerava infatti l'accusa «l'architrave» della vicenda. «Non c' è stata» ha sottolineato il difensore di Del Turco «alcuna associazione per delinquere che si era impossessata della Regione Abruzzo pur essendo stata quella giunta defenestrata da questa iniziativa giudiziaria».Dà una lettura diversa l'ex procuratore di Pescara Nicola Trifuoggi, che insieme ai pm Giampiero Di Florio e Giuseppe Bellelli, diede vita al processo sulla Sanitopoli abruzzese: «Non ho altro da aggiungere rispetto a quello che già dissi dopo la sentenza della Cassazione, e cioè che il passaggio di denaro c'è stato, e questo conferma la correttezza del processo. La Corte d'Appello di Perugia ha solo ricalcolato la pena dopo che era stato cancellato il reato di associazione per delinquere, ma si tratta di un argomento tecnico che ha solo rimodulato la condanna. Quindi andatevi a rileggere quello che dichiarai lo scorso dicembre che confermo in toto», chiude Trifuoggi. L'ex procuratore aveva commentato la sentenza della Cassazione spiegando: «Sento che c'è gente che si accontenta del fatto che è caduto il reato di associazione per delinquere: ma quello non era il reato più grave, visto che è un reato che prevede cinque anni, mentre per le tangenti la pena massima è a otto anni. Quindi la concussione è evidente e definitivamente accertata. Presunte tangenti? No, chiariamolo una volta per tutte: sono tangenti. E per quanto riguarda le prescrizioni siamo di fronte ad un'ulteriore sconfitta della giustizia».

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it