L’azione di protesta di 24 ore indetta da Filt Cgil Abruzzo e Cgil Abruzzo per contestare la politica regionale adottata sul trasporto pubblico locale è stata infatti revocata, solo per il capoluogo di regione, dagli stessi sindacati, in relazione alla manifestazione “Sharper” – Notte europea dei ricercatori nonché la concomitante “Univaq street science” previste a L’Aquila.
Sciopero invece confermato nel resto della regione con le organizzazioni sindacali che hanno ribadito con una nota le proprie ragioni.
La Filt Cgil Abruzzo unitamente alla Cgil Abruzzo, nel ribadire le motivazioni che hanno portato alla prima azione di sciopero di 4 ore del 15 settembre scorso per contrastare la politica regionale sui trasporti ed "avendo riscontrato numerose attestazioni di condivisione da Organismi Istituzionali, amministratori locali, forze politiche, movimenti e associazioni studentesche", ritiene che il progetto di riorganizzazione del settore del trasporto pubblico locale ipotizzato di recente dalla Regione Abruzzo "denoti un evidente ed inopportuno ritorno al passato che non risponde, di fatto, ai dettami della Riforma Madia in materia di razionalizzazione delle società partecipate".
Per questo, è stata proclamata una nuova giornata di mobilitazione per oggi, venerdì 29 settembre, con uno sciopero di 24 ore che determinerà l’astensione dal lavoro per tutti gli autoferrotranviari delle aziende pubbliche e private operanti in regione Abruzzo, considerato pure che "le decisioni confermate nei giorni scorsi dal Consigliere Regionale con delega ai trasporti, concernenti il riassetto del settore, daranno origine ad un’evoluzione assolutamente negativa che andrà a rafforzare le disparità tra i territori, accentuando quella profonda disuguaglianza già presente tra aree interne e area metropolitana".
I sindacati annunciano altresì che, in relazione alla manifestazione "Shaper - Notte europea dei ricercatori" nonché alla concomitante "Univaq street science" previste a L'Aquila il 29 settembre 2017, è stato deciso di revocare lo sciopero di 24 ore limitatamente al personale dipendente dell'azienda Ama Spa di L'Aquila.
I motivi della vertenza sindacale
MANCATA DEFINIZIONE DEI SERVIZI MINIMI E DI UN PIANO REGIONALE INTEGRATO SUI TRASPORTI - La Regione sconta ritardi e gravissime responsabilità in materia di programmazione dei servizi minimi la cui mancata legiferazione e definizione - di esclusiva prerogativa dell'Ente non già delle società partecipate - oltre a costituire la principale anomalia del sistema trasportistico abruzzese, rappresenta per la Filt Cgil la vera priorità della nostra Regione nella quale oggi, proprio in relazione al grave vuoto normativo, persiste di fatto uno scenario emergenziale, ingovernabile e privo di regole. Non a caso le recenti sentenze già emesse dalla Magistratura Amministrativa e quelle che con ogni probabilità seguiranno nel tempo, hanno fatto emergere chiare responsabilità attribuibili alla Regione colpevole di non aver previsto espressamente con una legge regionale una rete di servizi minimi essenziali.
Sono passati ormai inutilmente quasi vent’anni (Legge Regionale 152/1998) da quando l’Abruzzo aveva assunto l’impegno di individuare i servizi essenziali, cioè quei servizi indispensabili e per i quali l'Ente dovrebbe intervenire con una contribuzione. E tra questi servizi minimi da contribuire, sono sempre state considerate anche quelle tratte per le quali non c'è alternativa in termini di mobilità collettiva: ne sono esempio la L'Aquila-Roma o la Teramo-Roma. La stessa norma prevedeva che la Regione elaborasse un piano triennale dei servizi ma anche questo ulteriore impegno, unitamente alla definizione di un Piano Regionale integrato dei trasporti, ha costituito esclusivamente il pretesto per realizzare costosi studi, analisi e report che alla fine non hanno portato ad alcun risultato concreto.
DECONTRIBUZIONE DI IMPORTANTI TRATTE INTERREGIONALI – La Filt Cgil Abruzzo unitamente alla Cgil Abruzzo, è fermamente contraria alla volontà regionale di privare dell’attuale contribuzione alcune importanti tratte interregionali che, per loro natura di servizio pubblico adibito al trasporto di pendolari e studenti, rappresentano la sostanza del diritto costituzionalmente garantito alla mobilità per tanti cittadini che dovrebbero fruire di tale servizio per l’appunto pubblico, a prezzi calmierati e con l’adeguata frequenza di corse. La decontribuzione, peraltro, andrà a colpire proprio quelle aree interne già ampiamente penalizzate in termini di qualità e quantità dei servizi e che sono poi le stesse ad aver subìto gli effetti drammatici dei recenti eventi sismici ed atmosferici; Un vero paradosso se si considera che proprio le criticità e i disagi originati da questi tragici eventi, sono stati invece posti al centro dell'attenzione del Governo Nazionale, al punto di decidere la revoca di importanti penalizzazioni in termini di risorse che avrebbero dovuto interessare il trasporto pubblico locale abruzzese.
AFFIDAMENTO IN HOUSE E CESSIONE DI RAMO D’AZIENDA – Se la scelta di perseguire un affidamento in house dei servizi – procedura disciplinata e ampiamente prevista da normative nazionali e comunitarie - costituisce un provvedimento condivisibile, i sindacati non possono esprimere altrettanta condivisione rispetto ad operazioni di cessione di ramo d’azienda che hanno il solo scopo di veder proliferare imprese pubbliche, sprechi, duplicazioni di settori, di ruoli e di figure apicali in una fase storica che invece necessiterebbe di una drastica razionalizzazione delle società partecipate.
Pertanto la volontà politica di rigenerare società regionali (delle quali peraltro non si ravvede al momento alcun piano di sostenibilità economico finanziario) destinate originariamente alla chiusura e che oggi invece stranamente la Regione intende riabilitare - unitamente a chi li amministra – con il pretesto di dovere estrapolare servizi di natura commerciale, sembrerebbe rispondere ad altre logiche affatto rispondenti alla comunità dei cittadini abruzzesi. La Cgil ne è convinta soprattutto dopo aver dimostrato nei fatti e con situazioni assolutamente similari che lo strumento della divisione contabile (business unit) garantisce lo stesso identico risultato, evitando di mettere a repentaglio, a soli due anni di distanza, il futuro della società unica di trasporto e degli stessi lavoratori che saranno trasferiti e ai quali non si potrà garantire una prospettiva, stante la criticità della tenuta economico finanziaria di tale soggetto di neo costituzione.
INVESTIMENTI MATERIALE ROTABILE - La condizione generale del parco rotabile gomma/ferro regionale, impone l'adozione di solleciti interventi atti a garantire alle aziende la disponibilità di una flotta sicura, efficiente e confortevole. Il coefficiente di vetustà dei mezzi gomma/ferro in circolazione in Abruzzo, è al di sopra della media nazionale al punto di collocare l'Abruzzo tra le ultime regioni nella specifica classifica nazionale per l'anzianità dei mezzi. L’accordo sottoscritto lo scorso 8 maggio con la Regione Abruzzo, prevedeva espressamente che a distanza di 90 giorni (ovvero ai primi giorni di agosto) sarebbero risultati spendibili 20 mln/€ da aggiungersi a quelli derivanti dalla ripartizione nazionale per il rinnovo del parco rotabile. Ad oggi non vi è traccia materiale né delle risorse regionali né di quelle nazionali, tant’è che la situazione appare sempre più drammatica soprattutto in considerazione dell’imminente apertura della stagione scolastica.
MANCATA REALIZZAZIONE DEL BIGLIETTO UNICO E DEL SISTEMA TARIFFARIO INTERMODALE - L’integrazione tariffaria ovvero un nuovo sistema che consenta ai cittadini abruzzesi di utilizzare indistintamente nell’intero territorio regionale un solo titolo di viaggio a prescindere dal vettore (pubblico/privato) o dalla tipologia di trasporto pubblico (gomma/ferro) costituisce ancora un’eterna incompiuta. Continua a rimanere desolatamente al palo ciò che dovrebbe rappresentare una importante riforma per favorire lo sviluppo, la razionalizzazione e l’incentivazione all’utilizzo del mezzo pubblico. Anche su questo tema, la Regione Abruzzo aveva assunto impegni con la sottoscrizione dell’accordo risalente allo scorso 8 maggio fissando obiettivi e strategie. In realtà ciò che si sta materializzando è semplicemente un’estensione dell’attuale campo di applicazione del vigente biglietto unico che ancora una volta darà risposte immediate all’area metropolitana lasciando al palo le aree interne della Regione.
MANCATA RAZIONALIZZAZIONE DELLE SOCIETA' PARTECIPATE - Il processo di integrazione e di fusione che ha interesso alcune società regionali di trasporto, non è stato altresì emulato per altrettante società partecipate che operano in Abruzzo nel settore dei trasporti e nelle quali, nonostante i ripetuti impegni del Governo Regionale, non sono state affatto adottate misure di razionalizzazione e di efficientamento.
RISORSE - Atteso che il tema delle risorse è strettamente legato anche agli stanziamenti previsti dal Fondo Nazionale Trasporti, non è possibile tuttavia sottovalutare la necessità di dover aumentare contestualmente i proventi e quindi i ricavi derivanti dalla vendita dei titoli di viaggio che significa dover aumentare il numero dei viaggiatori trasportati, elementi sui quali vertono gli obiettivi di efficientamento imposti dal Governo e dai quali dipendono le eventuali premialità o penalizzazioni in termini di risorse. Per tale motivo è assolutamente inaccettabile che la Regione non si renda promotrice e sostenitrice di progetti che prevedano il trasporto pubblico di massa su sede dedicata e protetta, i soli in grado realmente, da un lato di favorire l’aumento sostanziale dei proventi e dei viaggiatori trasportati e, dall’altro, di evitare la riduzione delle risorse nazionali. Così come sarebbe importante, per le stesse ragioni, attuare una imponente campagna di lotta all'evasione tariffaria.
Inoltre la Filt Cgil Abruzzo unitamente alla Cgil Abruzzo, nel considerare inaccettabile il mancato accertamento delle responsabilità e il mancato allontanamento di quanti in veste di dirigente o di amministratore, si sono resi artefici nel recente passato di una pessima gestione delle aziende pubbliche e di quelle partecipate dalla Regione e che nonostante tutto, ancora oggi, continuano a ricoprire importanti ruoli di responsabilità nel sistema dei trasporti, rileva nel complesso decisioni e comportamenti da parte della Regione esattamente in linea e in continuità con i precedenti governi regionali.