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Pescara, 24/11/2024
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Data: 02/10/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Tua nel mirino, dopo gli scioperi è l'ora dell'efficienza

Gentile direttore, leggendo su Il Centro la cronaca e le motivazioni dello sciopero di venerdì scorso dei dipendenti di Tua (l'azienda di trasporto pubblico regionale) c'è da restare sbalorditi. In Abruzzo quanto a disservizi (corse saltate), scarsa manutenzione di mezzi e bus che cadono a pezzi sembra di trovarsi ancora all'anno zero. Eppure nel 2015 (anno della fusione tra Gtm, Sangritana e Arpa) dalla Regione, e in particolare dal delegato ai trasporti, Camillo D'Alessandro, si era assicurato che con la nuova spa il trasporto pubblico in Abruzzo sarebbe notevolmente migliorato. La realtà è ben diversa e le doglianze dei lavoratori (larga la partecipazione nonostante lo sciopero fosse stato indetto da un sindacato minore) trovano riscontro effettivo. Disagi nelle sedi di Tua sparse nella regione, mancanza di aria condizionata o di riscaldamento nei bus. Poi ci si meraviglia che aziende private assicurano un confortevole trasporto (ad esempio sul collegamento Pescara-Roma) peraltro a prezzi stracciati. E in queste condizioni si può ancora credere che Tua (disavanzo di amministrazione di 681 milioni) possa partecipare a bandi internazionali per la gestione del trasporto pubblico locale in altre regioni italiane o, addirittura, all'estero?

Francesco Di Miero

Sperare non costa niente. Normale che ci siano problemi quando un'azienda parte, soprattutto se ha piani ambiziosi di sviluppo. Lo sciopero dei giorni scorsi, al di là delle adesioni, ha però spezzato l'idillio, scoprendo, stando ai documenti sindacali, una realtà problematica sotto il profilo della manutenzione e dell'efficienza di Tua. Ripeto però, diamo al management la possibilità di verificare la bontà dei progetti e, se del caso, apportare le necessarie modifiche. Un occhio, nel frattempo, lo darei anche alla rete stradale tradizionalmente di competenza delle vecchie province. Ebbene, ci sono situazioni, soprattutto nelle zone interne, che tra dissesti e buche, definire disastrose è dire poco. Speriamo qualcuno provveda.

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