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Pescara, 24/07/2024
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Data: 01/10/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Partecipate Pa, partono i primi tagli: dalla scuola di vela alle onoranze funebri

ROMA Centri dedicati alle cure termali e alle piscine comunali, onoranze funebri e polisportive con campi da calcio e tennis, scuole per chi vuole iniziare ad andare in barca a vela. Sono tutte società partecipate, ossia le aziende che appartengono alle Pa, dai Comuni alle Province, che negli anni si sono mostrate il più delle volte inutili, troppo onerose rispetto ai servizi realmente erogati o che si sono trasformate in vascelli dove hanno viaggiato comodamente amici (o parenti stretti) di politici e burocrati. Tanti dei quali entrati rigorosamente senza concorso pubblico, grazie ad assunzioni spuntate come funghi. Aziende destinate alla chiusura per effetto della riforma Madia. Ieri sono arrivate le prime delibere comunali con le liste nere delle società da chiudere, dopo che le amministrazioni statali e territoriali - così come previsto - hanno fatto una ricognizione delle spa possedute individuando i cosiddetti carrozzoni. Diversi Comuni e Regioni, così come varie amministrazioni, sarebbero pronti a cancellare quelle che pesato di più sulle loro casse. Non tutti però sembrerebbero aver rispettato la scadenza prevista, nonostante sia stata rinviata per ben due volte. Nei prossimi giorni, quando sarà più chiara la mappa di chi si è messo in regole, potrebbero essere confermati i ritardi registrati soprattutto nelle Regioni del Sud, di cui al momento si sa poco o nulla. Tuttavia per l'invio dei piani c'è ancora tempo. Entro il 30 settembre, ovvero ieri, le amministrazioni, almeno sulla carta, avrebbero dovuto approvare con delibera le black list. La trasmissione dei piani al Mef e alla Corte dei Conti, però, scade alla fine di ottobre.
I TEMPI
Insomma, è probabile che le Pa che ieri non hanno dato il via libera potrebbero temporeggiare ancora qualche settimana. Certo è che per chi non si adegua sono previste multe fino a 500mila euro o la perdita dei diritti societari. Dalle prime notizie sui piani di razionalizzazione approvati sembrano essere state individuate soprattutto le realtà che non hanno nulla a che fare con i servizi essenziali, ad esempio il trasporto pubblico, la raccolta dei rifiuti o la rete idrica che molto spesso sono gestiti da quelle che un tempo venivano chiamate municipalizzate. Nei primi elenchi approvati dagli enti si parla di quote possedute nelle scuole di vela o nelle polisportive, nelle onoranze funebri, nei centri per la promozione del tessile e della seta o le piscine. Società piccole che molto spesso hanno registrato fatturati molto poco significativi, che hanno chiuso diversi esercizi finanziari in deficit, oppure che si presentano come scatole vuole, con un numero di dipendenti inferiore a quello dei membri dei consigli di amministrazione. I grandi Comuni si sono attrezzati per stare in linea con la legge, prima fra tutte Roma Capitale che nei giorni scorsi ha annunciato la chiusura di venti partecipate. Lo stesso vale per Venezia che punta più che a dimezzarle (da 30 a 12), così come i Comuni di Brescia e Vicenza. Parma invece ne taglierà due su 34 attive. Hanno fatto sapere di essersi attivate Torino, che dovrebbe metterne sul mercato 14, e Milano, che potrebbe contarne addirittura più di 80 tra partecipazioni dirette e indirette. Como che ha tagliato il cine teatro. Mentre Venezia è uscita dall'hydrogen park. Lerici ha invece dismesso la scuola di vela e Rovigo la società di onoranze funebri.

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