Una delegazione di lavoratori della sede Sda di Pescara è stata ricevuta ieri dal prefetto Francesco Provolo. Il rappresentante del Governo ha recepito le istanze dei dipendenti che da oltre venti giorni non lavorano per mancanza di commesse. Da metà settembre è in atto un picchettaggio nei maggiori centri di smistamento dello spedizioniere a causa di un contenzioso tra azienda ed i fornitori in atto da anni in modo pacifico, ma che ultimamente ha assunto le forme drastiche della contestazione. Il Prefetto ha promesso di farsi portavoce, presso il ministero dell'Interno, delle istanze del personale pescarese della Sda. «La richiesta di aiuto avviene in tutte le regioni d'Italia-spiega un rappresentante locale del secondo spedizioniere d'Italia- altri colleghi hanno manifestato le loro esigenze nelle sedi prefettizie e ci auguriamo che con l'interessamento di tante autorità si arrivi presto ad una soluzione».
Sono 100 i dipendenti coinvolti in questa stasi lavorativa, di cui il 30 per cento regolarmente assunto e la restante parte con contratti a tempo determinato o di collaborazione. Dopo due settimane di presidio nelle sedi di Milano, Bologna, Piacenza, Brescia e Roma, c'è stato un parziale sblocco nei depositi della capitale ed in Emilia Romagna, frutto di un'intesa raggiunta tra i Sicobas, e la proprietà. In questi centri l'attività non è comunque ripresa in modo lineare ed è ancora soggetta ad occasionali picchettaggi. Restano sul piede di guerra i lavoratori dei sindacati di base. «L'accordo non ha portato ad alcun vantaggio rispetto alla situazione precedente - continua il dipendente della Sda di Pescara -. Riteniamo quindi che la protesta attuata finora sia solo strumentale e non ha motivo di andare avanti. A Pescara siamo sempre più danneggiati da questa inattività forzata, i collaboratori non percepiscono più denaro, i nostri clienti ci abbandonano per rivolgersi a società concorrenti, siamo veramente allo stremo. All'orizzonte si profilano per tutti provvedimenti drastici come mobilità e cassa integrazione». Consegne bloccate anche nelle altre sedi abruzzesi di Sda a L'Aquila e Teramo (che lavora in tandem con Porto d'Ascoli), per un totale di 200 maestranze a braccia conserte.