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Pescara, 24/07/2024
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Data: 03/10/2017
Testata giornalistica: Prima da Noi
Filovia Pescara, anche dopo gli “Stati generali della mobilità” regna il caos. Annunci e contro-annunci dopo 25 anni provano che i pasticci del passato non sono finiti

PESCARA. Una grande manifestazione (pagata con soldi pubblici) per fare il punto della mobilità a Pescara e dintorni e alla fine uscirne con le solite promesse e annunci.

Tra questi quelli che riguardano la filovia di Pescara, storia dell’ennesima incompiuta senza giustizia, sulla quale gli amministratori di oggi si affannano per risolvere e gestire i pasticci del passato senza scontentare nessuno (esclusi i cittadini che hanno pagato e pagano senza avere l’opera).
Il Presidente Luciano D'Alfonso nell’ultima sua dichiarazione ha promesso che la Regione Abruzzo acquisterà, con le risorse ancora disponibili del finanziamento pubblico concesso per la Filovia mai nata di Pescara, bus elettrici di ultima generazione al posto dei filobus di “antica memoria”.
Una scelta accolta con favore dai comitati civici che da decenni si sono detti contrari all’opera e che lo sono diventati sempre più man mano che prendeva forma un’opera “impossibile” dopo errori e plurimi svarioni.
Sulla strada parco, quindi, non passerebbero più i filobus, ma autobus elettrici di dodici metri.
«Quei 9 milioni di euro che ballano sul progetto della filovia non permetterò che siano deglutiti come hanno fatto i miei predecessori con le casematte», ha detto D'Alfonso.


«Molto bene», hanno commentato i comitati, «il primo passo determinante verso una soluzione condivisibile da tutti, per la quale attendiamo con fiducia gli atti ufficiali conseguenti, è stato finalmente compiuto. Sennonché, una volta preso atto del dato oggettivo secondo cui il tracciato, per la mancanza di marciapiedi a norma accessibili e percorribili integralmente in sicurezza da tutti i pedoni, anche dalle categorie sociali svantaggiate, non sarà in grado di accogliere in sicurezza il trasporto collettivo veloce in sede protetta, i bus elettrici, ben più convenienti e versatili del filobus, potranno essere utilmente impiegati - in apposite corsie preferenziali - sulle principali direttrici di traffico».

Insomma l’obiettivo come sempre nell’era dalfonsiana è quella di provare a porre rimedio ai pasticci pregressi cercando di massimizzare l’utilità pubblica (quando si riesce) e senza individuare i responsabili del danno di solito ingente.
In definitiva creando spesso nuovi pasticci burocratici e accollando sulla collettività errori accertati.
L’ultima uscita del presidente D’Alfonso non farà che decretare la fine della filovia, stravolgendo un progetto che ha già impegnato ingenti risorse finanziarie con l’avallo di amministratori di tutti i colori. Come si giustificheranno i lavori svolti ed i pali per l’elettrificazione sulla strada parco collaudati da pochi mesi e probabilmente non serviranno?
Semplice, continuando a dire che serviranno e cercando soluzioni che non facciano risultare così evidente il pasticcio. In pratica la condizione "necessaria" è quella di far passare comunque bus sulla Strada parco (nonostante lavori fatti male, asfalto debole e misure insufficienti...)
Scelte che alimentano i dubbi che tutto sia servito per qualunque altra cosa tranne che per realizzare la filovia e che, nonostante le grandi vergogne nascoste, è andata alla grande e persino la procura di Pescara ci ha messo il suo marchio con l’archiviazione di una inchiesta che ha svelato solo una parte della brutta storia.
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Alle ultime promesse crede meno Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista, «la situazione continua ad essere confusa in primo luogo a causa di Luciano D'Alfonso come al solito abilissimo nel gioco delle tre carte. Lui dice di essere contro la filovia ma TUA, assessorato regionale, amministrazione comunale (cioè tutte sue emanazioni dirette o indirette) vanno in direzione diversa. La stazione appaltante non è il Comune ma TUA (presumo che abbia ereditato da GTM la patata bollente) che è società della Regione. l'appalto andava chiuso dopo fallimento Balfour Beatty ma non è stato fatto. Se non si realizza la filovia ma semplicemente si comprano bus elettrici come da noi sempre sostenuto non c'è bisogno di utilizzare la strada-parco ma si può semplicemente finalmente realizzare un sistema di sensi unici con corsie dedicate al trasporto pubblico lungo le direttrici del traffico. certo rimane il problema, non avendo chiuso quando possibile la partita dell'appalto, di come si giustifica la cifra finora spesa davanti alla Corte dei Conti. Però a tutto si può porre rimedio se non si fa il gioco delle tre carte».
Del resto a guidare i giochi c'è Tullio Tonelli nominato da D'Alfonso a capo di Tua,cioè la stazione appaltante.
Tonelli conosce bene il pasticcio della Filovia perchè era presidente della commissione d'appalto che decretò la vittoria della Balfour Beatty perchè offrì -ormai oltre 10 anni fa- un mezzo all' "avanguardia" con guida vincolante semiautomatica. Quella società nel frattempo è fallita nonostante producesse mezzi forse sovrastimati che nesssuno a Pescara vedrà.

L’obiettivo allora potrebbe continuare ad essere quello di rimandare ogni definizione dell’appalto così da sospendere ogni possibile contestazione di danno erariale perchè “tutto è ancora possibile”.
Quando tra un altro decennio si chiuderà la partita il danno sarà persino maggiore ma nessuno allora potrà pagare per i propri errori.

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