ROMASconti per le assunzioni al Sud al 100% della contribuzione, incentivi per la formazione 4.0, adeguamento delle retribuzioni dei professori, più fondi per detassare il salario di produttività, ma anche l'atteso intervento sul superticket. E, se ci saranno ulteriori spazi, anche un avvio dell'equiparazione degli stipendi dei presidi a quelli degli altri dirigenti della pubblica amministrazione. Si allunga la lista degli interventi in arrivo con la prossima manovra che però, come ha ripetuto il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, ha a disposizione «risorse limitate», quindi i margini che pure ci sono andranno utilizzati «con oculatezza». Ad esprimere in modo esplicito la volontà del governo di intervenire sulla questione del ticket sulla specialistica è stato il viceministro dell'Economia, Enrico Morando. «Bisognerà costruire le compatibilità finanziarie, ma io penso che si interverrà», ha detto spiegando che l'onere sarà a carico di tutta l'amministrazione pubblica e non quindi «esclusivamente delle Regioni». Dal ministro della Coesione Claudio De Vincenti è arrivata invece la conferma che per le assunzioni nel Mezzogiorno lo sgravio potrebbe restare intero anche per il prossimo anno. «Questo è l'obiettivo», ha detto, anche se si dovranno fare i conti con le risorse. I fondi, peraltro, potrebbero essere pescati tra quelli europei, ma la trattativa sarebbe ancora in corso. Così come non sarebbe ancora chiusa la partita sull'età dei giovani da assumere per i quali le imprese potranno usufruire del dimezzamento dei contributi per tre anni. Per il nuovo bonus giovani, come indicato nella tabella consegnata da Padoan al Parlamento, ci saranno 338 milioni il primo anno, ed entro quella cifra si sta ancora modulando l'intervento. Se l'età potesse salire, ampliando quindi la platea, potrebbe per contro scendere il tetto dello sconto (da 4.030 a 3.250 euro). Quasi certo, invece, il raccordo tra apprendistato e assunzione: in questo caso si potrà superare il limite dei 29 anni se la stabilizzazione arriva a chi prima ha fatto l'apprendista, garantendo così in sostanza fino a 6 anni di decontribuzione (l'apprendistato può durare fino a 3 anni). Si tratterebbe di un modo per incentivare anche l'apprendistato, uno dei suggerimenti arrivati peraltro dall'Ocse per aumentare le competenze dei lavoratori italiani. Su questo fronte il governo si muoverà, ha ribadito il viceministro Teresa Bellanova, anche sugli incentivi alla formazione di chi già lavora, legati all'acquisizione di nuovi «skills» 4.0. Altro capitolo che potrebbe essere affrontato, ha annunciato Bellanova, è quello di un rafforzamento della detassazione del salario di produttività (oggi al 10% su premi massimi di 4.000 euro), «quindi - ha spiegato - più formazione tecnica, aziendale e manageriale e maggiore riconoscimento salariale degli incrementi di produttività». Stipendi un po' più corposi potrebbero arrivare anche per i professori, il cui contratto - secondo il ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli - è rimasto «ingiustamente bloccato per troppo tempo», e per i dirigenti scolastici, visto che il governo starebbe valutando la possibilità di avviare, ma «gradualmente», come ha spiegato il sottosegretario all'Istruzione Vito De Filippo, la riduzione della forbice tra la paga base dei dirigenti pubblici e quella dei presidi, che sullo stipendio tabellare è di circa 9 mila euro. Stando agli ultimi dati dell'Aran, i dirigenti scolastici hanno una retribuzione totale che non va oltre i 63 mila euro, risultando così i capi meno pagati della P.a. (in cima i dirigenti di prima fascia delle agenzie fiscali con 220mila euro). Al «cantiere manovra», che potrebbe essere varata il 15 o il 16 ottobre, lavorano gli uffici del Tesoro e della Ragioneria, per vagliare le proposte in arrivo dai ministeri. E anche per studiare misure che vengano incontro alle richieste dei partiti. Oltre a quelle già avanzate con la risoluzione di maggioranza, Ap ha presentato proposte che puntano al «fattore famiglia», un rafforzamento delle detrazioni per le famiglie numerose.