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Data: 06/10/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Vertenza Hatria. Istituzioni e operai insieme «Stop ai 55 licenziamenti». Regione, Provincia e Comune convocano l'azienda: «Torniamo alla carica»

TERAMOTutti insieme per salvare i 55 posti di lavoro all'Hatria, nella consapevolezza che i prossimi saranno giorni duri.L'assemblea dei 185 lavoratori nel piazzale dell'azienda di sanitari di Sant'Atto ha ospitato i rappresentanti delle istituzioni. Che sostanzialmente si sono messe a disposizione dei lavoratori. E così è stato creato un coordinamento con Regione, Provincia e Comune di Teramo che convocherà per martedì pomeriggio i rappresentanti dell'azienda. Con l'obiettivo di far capire che l'intero territorio è con i lavoratori e che bisogna cercare a tutti i costi un'alternativa ai 55 licenziamenti che l'Hatria potrà far a partire dal 15 ottobre.Le istituzioni poi riferiranno all'assemblea dei lavoratori venerdì prossimo. Ma non è l'unica iniziativa intrapresa.L'APPELLO. Intanto i sindacati - Serafino Masci (Femca Cisl) e Giampiero Dozzi (Filctem Cgil) - come suggerito l'altro ieri dal sindacalista della Cgil nazionale Maurizio Landini, annunciano che faranno approdare la vertenza al tavolo nazionale del ministero. «L'azienda deve essere stanata», commentano, «noi abbiamo provato a fare un confronto vero ma è venuta al tavolo fingendo di voler fare una trattativa. In realtà le decisioni le aveva già prese». E ancora: «Dopo il 15 ottobre questa vertenza non si chiude. E noi abbiamo bisogno di non rimanere soli, abbiamo bisogno del sostegno di tutto il territorio».LE ISTITUZIONI. E il territorio ha risposto. Ieri mattina c'erano il vicepresidente della Regione Giovanni Lolli, il presidente della Provincia Renzo Di Sabatino, il capogruppo Pd in Regione Sandro Mariani, il consigliere regionale Giorgio D'Ignazio, il sindaco di Teramo Maurizio Brucchi e altri colleghi, fra cui Giovanni Melchiorre (Bellante), Vincenzo Di Marco (Castellalto), Diego Di Bonaventura (Notaresco) e Severino Serrani (Penna Sant'Andrea). Presente anche una delegazione di Sinistra Italiana con il consigliere regionale Leandro Bracco, Daniele Licheri di Sinistra Italiana Abruzzo e il segretario provinciale Stefano Ciccantelli. E poi c'era il vescovo, Michele Seccia, da sempre sensibile ai problemi dei lavoratori. LA REGIONE. Parole dure, nei confronti dell'Hatria, da parte di tutti. «Sono molto preoccupato», ha esordito Lolli, «noi vogliamo bene alle aziende che hanno rispetto per i lavoratori, siamo un popolo laborioso ma con la schiena dritta. Abbiamo fatto diversi incontri in Regione: non mi è chiaro quale sia il piano industriale dell'azienda, che ha parlato solo del piano finanziario. Nei fatti l'Hatria ha deciso di spendere 2 milioni di euro per i licenziamenti e di non accettare il part-time, con un sacrificio pesantissimo di tutti i lavoratori, dicendo che non è funzionale alla produzione, anche se poi è più o meno la stessa situazione già sperimentata con il contratto di solidarietà». Lolli ha detto perentoriamente che la Regione non accetterà i 55 licenziamenti. LA PROVINCIA. Tanta intransigenza, da parte dell'azienda, acquistata per un solo euro da un fondo di investimento americano, il Cobe Capital, secondo Di Sabatino ha una spiegazione. «Domattina (oggi per chi legge, ndr) scriverò all'azienda chiedendole se ha trattative in corso per una vendita o per trovare un partner. E se si, chiederò di dirci con chi, così ci andiamo a parlare. Penso che questa sia una possibilità concreta, visto il diniego a tutte le proposte fatte in alternativa ai licenziamenti. Se non è vero, allora ci devono spiegare come vogliono mettere in sicurezza un'industria con 130 persone e perchè non con 185». La supposizione è che l'Hatria voglia "alleggerirsi" per essere più appetibile. IL COMUNE. Brucchi ha interessato del caso Hatria il commissario alla ricostruzione Paola De Micheli. «Le ho inviato una mail descrivendo la situazione e lei l'ha girata al ministero dello Sviluppo economico: l'ho voluta coinvolgere in quanto è vero che ci sono diverse situazioni del genere, ma questa si verifica in un territorio già martoriato dal terremoto. Credo che sia obbligatorio evitare 55 licenziamenti. Peraltro loro hanno a disposizione di cassa integrazione, di cui l'Hatria non vuole usufruire. Senza contare la proposta del part-time per tutti». Brucchi ha annunciato che non ha intenzione di mollare, nè di lasciare soli gli operai. E a chi dalla platea lo ha invitato a fare il presidio di notte insieme, ha risposto: «Certo, sono abituato a fare le notti in ospedale». Il riferimento del lavoratore è al presidio permanente allestito da giorni davanti all'Hatria, dagli operai in sciopero. L'invito degli operai alle istituzioni, rivolto per bocca del segretario della Cgil di Teramo Giovanni Timoteo è a fare presto. «Parlino subito con l'azienda per farle capire che c'è un territorio che si oppone, che sono vicine a lavoratori che hanno il merito di non rassegnarsi, di voler lottare uniti». Duro giudizio per i vertici dell'Hatria anche da Antonio Liberatori, sindacalista Cisl e presidente dell'Inps di Teramo: «L'azienda sta negando la sua responsabilità sociale».

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