L'AQUILA Il Consiglio dei ministri ha impugnato la legge regionale 40 del 1 agosto 2017. Si tratta del famigerato provvedimento che disciplina il recupero del patrimonio edilizio esistente, in particolare quello dei vani e locali accessori e seminterrati in edifici esistenti o collegati direttamente ad essi, da destinare ad uso residenziale, direzionale, commerciale o artigianale. Secondo il governo la norma presenta profili di illegittimità con riferimento a varie disposizioni, che appaiono invadere la competenza legislativa statale in materia di tutela dell'ambiente (art. 117, comma 2, lettera s), della Costituzione) e di governo dei territori (art. 117, comma 3, della Costituzione), consentendo interventi di recupero anche in deroga ai limiti e prescrizioni edilizie degli strumenti urbanistici ed edilizi comunali vigenti. Esulta, ovviamente, chi il provvedimento l'ha contestato fin dagli albori. «Che fosse una legge scorretta e ingiusta lo avevamo già detto in Consiglio regionale dove siamo stati gli unici ad opporci ha dichiarato Gianluca Ranieri, del M5S -. Viene presentata come una legge che vuole contenere il consumo del suolo attraverso il recupero di vani accatastati senza abitabilità, ma in realtà si tratta del solito intervento miope che punta ad accaparrarsi la benevolenza del cittadino senza tenere in considerazione gli effetti distorsivi sulla programmazione urbanistica, gli impatti sul settore dell'edilizia, nonché i rischi per l'incolumità delle persone. E' pericolosa e non necessaria».
La Stazione Ornitologica Abruzzese Onlus, il Forum H2O e Nuovo Senso Civico hanno a loro volta espresso soddisfazione, attraverso Augusto De Sanctis, presidente della Soa: «Siamo stati i primi a lanciare l'allarme con un comunicato stampa il 15 luglio scorso non appena letta la norma varata dal Consiglio Regionale. Una scelta incredibile per una legge che se applicata aumenterebbe a dismisura i rischi per l'incolumità dei cittadini. Ad ogni alluvione, Livorno tragicamente insegna, cantine e garage vanno immediatamente sott'acqua in pochi secondi e diventano trappole, come chiarito da tempo dalla Protezione Civile nazionale. Il nostro allarme era quasi caduto nel vuoto».