CHIETI«Conto alla rovescia: ancora pochi giorni e poi, senza interventi urgenti, è concreto il rischio che molti enti tra Comuni, Province e Città metropolitane non saranno in grado di chiudere i bilanci». A denunciarlo sono i sindacati reparto funzione pubblica Cgil, Cisl e Uil: ieri mattina circa 30 dipendenti della Provincia di Chieti sono giunti alle porte della sede centrale lungo il Corso, in occasione dello sciopero nazionale indetto dalle categorie sindacali per «scongiurare il dissesto finanziario». Lì anche Paola Puglielli della Cgil-FP Abruzzo-Chieti: «Le Provincie continuano a dover offrire dei servizi, ma non hanno risorse», ricorda, «l'organico dell'ente poi scende di numero: ci sono stati diversi prepensionamenti e in più si aggiungono le mobilità, poiché alcune competenze sono passate alle Regioni. Cosa che ha ulteriormente sguarnito gli organici». Per Smeraldo Ricciuti della Confederazione generale sindacati autonomi, che dà solidarietà ai lavoratori, «questa situazione sta portando inevitabilmente a forme di privatizzazione». Nel mirino della mobilitazione anche la mancata manutenzione delle strade e delle scuole: «Non si riescono più a dare servizi per la città, neppure nei centri per l'impiego», prosegue Puglielli, «chiediamo che la politica nazionale intervenga». Con lei, ieri, dipendenti provinciali arrivati da Pizzoferrato, da Palena, da Fresagrandinaria, da Casalbordino: «Si aggiunge il problema del dissesto idrogeologico», continua Gabriele Martelli della Fp Cisl «anche il prefetto è sceso per dare solidarietà allo sciopero. Se le risorse continuano a mancare, questo inverno la situazione sarà peggiore di quella dell'anno scorso. I tratti stradali continuano a non essere riparati».