LONDRA Alla fine ha dovuto cedere, l'amministratore delegato di Ryanair Ryan O' Leary: dopo settimane in cui sono stati cancellati migliaia di voli, con disagi per 700mila passeggeri, in una lettera di tre pagine ha offerto ai piloti in rivolta un aumento di stipendio e delle condizioni lavorative migliori e ha chiesto loro di rimanere nella compagnia «per un futuro migliore».
DIPENDENTI SCETTICI
Una mano tesa che è stata accolta con scetticismo dall'associazione dei piloti irlandesi, secondo cui «i membri hanno già fatto l'esperienza delle promesse di Ryanair in passato e per questo dovranno valutare con attenzione ciascun punto prima di decidere come rispondere». Oltre alle scuse per aver modificato la turnazione senza valutare le ferie a cui ciascuno aveva diritto e all'esortazione a non lasciare la compagnia, O' Leary non avrebbe specificato i costi delle sue promesse di aumentare gli stipendi, di pagare dei bonus fino a 10mila sterline per la fedeltà e la produttività dei capitani e della metà per i primi ufficiali, di migliorare il sistema dei turni e di accrescere gli indennizzi per i piloti costretti a lavorare lontano da casa. Da metà settembre, ossia da quando sono iniziati i problemi, molti dei 4200 piloti di Ryanair hanno deciso di aderire ad un sindacato per rafforzare la propria posizione nei confronti di un'azienda nota per i suoi metodi negoziali spicci e che deve vedersela con uno scontento pregresso da parte del personale. Nonostante le aperture, sulla questione sindacale O'Leary non indietreggia: «Non possiamo essere costretti a trattare con i sindacati di terze parti» estranee all'azienda. L'entrata in vigore di nuove regole sull'aviazione ha portato alla cancellazione iniziale di 2100 voli, seguita dall'annuncio che nel corso dell'inverno ne verranno tolti altri 18mila: non ci sono abbastanza piloti. Per O'Leary, Ryanair rimane «un datore di lavoro in un settore molto insicuro» e per questo ha esortato i piloti a «non unirsi a una di quelle compagnie meno sicure finanziariamente o minacciate dalla Brexit», citando le «recenti bancarotte di Air Berlin, Alitalia e Monarch» e le difficoltà di Norwegian Airlines.
La compagnia sostiene di aver risolto i problemi del 98% dei passeggeri a cui è stato cancellato il volo da quando sono iniziati i problemi.