C'è la protesta, ma soprattutto la proposta: uno studio di ventuno pagine nel quale tecnicamente il comitato Sulmona stazione di Sulmona spiega perché la bretella ferroviaria di Pratola, che la Regione e Rfi vogliono realizzare per collegare direttamente Pescara con L'Aquila, non serve, è un'inutile spesa e porterebbe paradossalmente ad allungare i tempi di percorrenza, oltre che a tagliare fuori la Valle Peligna e soprattutto Sulmona dal traffico ferrato regionale. Nell'assemblea pubblica (foto) svolta l'altra sera nella sede della Comunità montana peligna, c'erano pendolari, tecnici e addetti ai lavori: una platea eterogenea e convinta che l'investimento del Masterplan da 11 milioni, potrebbe e dovrebbe essere indirizzato in ben altri interventi. Dall'eliminazione dei passaggi a livello, all'acquisto di treni bimodali, da una più aggiornata tecnologia che permetta di accelerare gli ingressi e gli scambi, alla soppressione di alcune fermate scarsamente frequentate, fino, soprattutto, all'attivazione dei cambio banco e dell'inversione di marcia nella stazione centrale di Sulmona.
Tutti accorgimenti che farebbero risparmiare soldi pubblici, facendo ottenere gli stessi risultati che si vogliono raggiungere e cioè collegare Pescara con L'Aquila in meno di due ore, ma che garantirebbero a Sulmona di conservare il suo stato di stazione Silver e agli utenti di evitare improbabili pellegrinaggi in stazioni-casello distanti appena cinquecento metri dalla stazione centrale. Lo studio, in verità già consegnato nelle mani del presidente D'Alfonso nel 2015, «ma non ci ha mai risposto», spiega il presidente del Comitato, sarà di nuovo sottoposto al Comune e alla Regione, questa volta supportato da una raccolta di firme che è stata avviata già dall'altra sera. «La bretella è quanto di più inutile si potesse pensare per collegare il capoluogo con la costa- spiegano i promotori della petizione- e porterebbe inevitabilmente a penalizzare, quantitativamente e qualitativamente, i collegamenti da Sulmona per Pescara e per L'Aquila. Bisogna fermare questa folle idea subito, perché i lavori di sbancamento sono già iniziati e il progetto dovrebbe essere operativo già entro il 2018».