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Data: 10/10/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Usufruiva della legge 104 ma faceva la spesa a Megalò

E' un interminabile rosario il numero dei dipendenti Sevel (nella foto) presuntivamente coinvolti nei numerosi procedimenti giudiziari per truffa in merito ai permessi sulla Legge 104 o false malattie. Con ieri siamo giunti a 32 casi che, peraltro, ha portato anche a molti licenziamenti in tronco. Come il caso di Stefano Angelucci, 39 anni, di Chieti, nei cui confronti il giudice Cleonice Cordisco ha inflitto la pena di 9 mesi di reclusione e 150 euro di multa. Inoltre risarcimento danni a favore della Sevel in separata sede per via delle spese sostenute per sostituire l'operaio e riorganizzare il lavoro. In merito alla vicenda il lavoratore venne inizialmente reintegrato e risarcito nel luglio 2013 dal tribunale del lavoro di Lanciano ma successivamente Corte d' Appello e Cassazione annullarono il provvedimento. Quanto al processo di ieri il lavoratore era accusato di aver usufruito del permesso 104 per poter assistere il nonno della moglie, ma in base alle accuse della procura l'uomo si sarebbe trattenuto in casa dell'anziano per poco tempo passando poi il resto della giornata a svolgere attività personali, come stare a casa o a far compere. Gli 007 della Sevel lo hanno seguito mentre faceva spese a Megalò e in un discount.
LE ACCUSE
Secondo l'accusa sostenuta dal pm d'udienza Delfina Conventi con tale comportamento sarebbe scaturita la truffa nei confronti di Sevel e Inps, parti offese. La sola Sevel si è costituita parte civile chiedendo i danni, patrocinata dagli avvocati Giovannandrea Anfora e Antonio Codagnone. L'accusa del pm Rosaria Vecchi era che l'imputato non avrebbe prestato assistenza all'anziano nei giorni di 104 richiesti, ossia 22-26-28 novembre 2012. Secondo l'inquirente dopo un po' di assistenza dedicò il resto della giornata ad altre attività personali. Sulla condanna il difensore Pietro Cotellessa preannuncia ricorso in Appello e ribadisce: «Nei giorni stabiliti dal permesso 104 l'imputato è sempre andato ad assistere il famigliare, non era certo in vacanza. E' anche accaduto che l'anziano gli abbia detto ora puoi tornare a casa, per oggi basta, dopo averlo vestito e fatto la spesa per lui, proprio al supermercato. E' sempre tornato a casa senza fare altre cose personali. E questo è stato accertato anche dagli investigatori della Sevel».

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