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Pescara, 24/07/2024
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Data: 11/10/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Verso il voto - Il Rosatellum bis agita le forze politiche caccia ai posti blindati nel proporzionale

PESCARA La fiducia posta dal governo al cosiddetto Rosatellum bis, conferma che sarà proprio questo il nuovo sistema elettorale con cui si tornerà alle urne. Tutto molto più semplice per l'elettore che avrà la possibilità di esprimere la propria preferenza con un solo segno su un'unica scheda: il voto al candidato uninominale vale anche per la lista o la coalizione di riferimento. Se invece si indica solo la lista, il voto andrà anche al candidato uninominale collegato. Il Rosatellum bis rende invece la vita molto più complicata proprio ai candidati e anche in Abruzzo è già corsa ai posti blindati che potrebbero garantire il salto (o il ritorno) in Parlamento senza doversi preoccupare neanche di stampare i santini elettorali. Insomma, i cosiddetti nominati che non spariscono con il nuovo sistema di voto ma vanno a collocarsi in posizioni diverse sulla scheda.
La novità sostanziale è rappresentata dalla quota maggioritaria, che passa dal 75% al 36%, mentre il restante 64% dei parlamentari viene eletto con il proporzionale. Nei collegi uninominali a conquistare il seggio sarà il candidato che ottiene più voti. Ciò significa che chi andrà ad occupare questo posto nella scheda dovrà correre più degli altri e misurarsi con una vera caccia al voto sul proprio territorio. Inoltre, la competizione nei collegi uninominali costringerà i partiti ad aggregarsi in coalizioni. I restanti due terzi dei seggi (il 64%) vengono invece assegnati alle liste o alle coalizioni secondo la ripartizione proporzionale (nel caso del Senato su base regionale). E qui subentra l'altro ostacolo rappresentato dalle soglie di sbarramento: il 3% per le liste, il 10% per le coalizioni che vedranno però penalizzati i partiti che non superano l'1%. Sulla scheda elettorale saranno stampati i nomi dei candidati del collegio uninominale con accanto il contrassegno del partito o della coalizione che li sostengono. Accanto ai simboli ci saranno anche i nomi dei candidati eletti in quota proporzionale, dunque eletti in base alla ripartizione dei voti tra le varie liste. Per i candidati dell'uninominale sarà invece necessario vincere nel proprio collegio per andare direttamente in Parlamento. Un meccanismo che dà certezze solo ai capolista dei collegi proporzionali, dove i nomi indicati sulla scheda saranno al massimo quattro, eletti a prescindere (soprattutto nei grandi partiti) indipendentemente dal risultato di chi è collocato nel collegio uninominale, che invece i voti dovrà andare a cercarseli e sudare più degli altri per trascinare la propria lista o la propria coalizione. Ecco perché, anche in Abruzzo, è già corsa al posto di capolista nella quota proporzionale dove l'indicazione delle segreterie costituisce già il passaporto per la Capitale. In altre parole, i candidati veri, che dovranno sbracciarsi con il porta a porta, sono soltanto quelli dell'uninominale, mentre per il proporzionale, dal secondo nome in giù della lista (dunque nel 98% dei casi) si tratterà solo di una semplice testimonianza, con scarsissime possibilità di essere eletti. Uno scenario che rischia di scompaginare quello delle politiche del 2013, quando anche i 21 parlamentari eletti in Abruzzo sancirono la nascita dello schema tripolare: 7 parlamentari eletti dal Pd, 7 dall'allora Pdl, 5 dal M5S, 1 da Scelta civica e 1 da Sel. In cinque anni, sistema elettorale a parte, è cambiato moltissimo sul territorio nazionale e regionale. Il Pd si è trovato a fronteggiare una nuova scissione a sinistra, con la nascita di Mdp che è oggi uno dei più forti oppositori alla nuova legge elettorale; anche il Pdl si è frantumato riproponendo il ritorno Forza Italia e la nascita del partito di Angelino Alfano e Federica Chiavaroli: di lotta in Regione, di governo a Roma. La maggior parte degli uscenti premono per la riconferma ma sugli scranni di Montecitorio e di Palazzo Madama ci sono gli occhi dei nuovi aspiranti. Con il miraggio di quel posticino blindato che sarà probabilmente deciso più nelle stanze romane che in Abruzzo.

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