Si riaccendono anche all'Aquila le speranze del Centrosinistra per il ribaltone, dopo la vittoria del ricorso elettorale ad Avezzano. Tuttavia il caso che si è verificato nel municipio del capoluogo non è analogo a quello marsicano. Lo spiega l'avvocato Claudio Verini che ha curato il ricorso del centro sinistra aquilano che sarà discusso l'8 novembre prossimo. «La vicenda relativa alle elezioni dell'Aquila è differente, in quanto secondo i risultati ufficiali, le liste che hanno appoggiato il candidato sindaco Di Benedetto non hanno ottenuto, per sole 41 preferenze, la maggioranza dei voti validi (presupposto perché si verifichi il caso dell'anatra zoppa), pertanto il ricorso proposto mira a consentire il recupero di tali voti mancanti e, solo all'esito, la modifica dell'atto di proclamazione degli eletti».
La strada dunque è molto più lunga. Cauto anche l'ex assessore del Pd, Maurizio Capri: «Il risultato ad Avezzano era abbastanza scontato- spiega- perché lì c'era un problema di mancata applicazione della norma. All'Aquila il presupposto è lo stesso: a noi mancano 41 voti in un contesto di circa 995 schede annullate, di cui molte oggetto di alcuni errori commessi nei vari seggi, come si evince dai verbali. Ovviamente non è la stessa situazione, ma sono abbastanza fiducioso. La differenza tra i due ricorsi è che ad Avezzano l'anatra zoppa è stata applicata automaticamente, nel nostro caso deve essere fatta prima una ricognizione dei verbali prodotti e delle schede annullate (a nostro avviso in modo errato) nei vari seggi. A quel punto, laddove si recuperassero attraverso le schede nulle (o annullate per errore) 41 voti mancanti, l'anatra zoppa scatterebbe anche a L'Aquila».
Anche per Americo di Benedetto il percorso è tutto in salita: «Si tratta di un ricorso molto circostanziato- spiega- in quanto noi chiediamo ai giudici amministrativi di andare a reperire il numero di voti sufficienti per ribaltare la situazione in un numero di seggi determinato (sembra siano dieci ndr). Il giudice, dunque dovrebbe stabilire il controllo in quelle sezioni al fine di attribuire i voti mancanti e far scattare il meccanismo dell'anatra zoppa». Il ricorso aquilano è stato sottoscritto Di Benedetto, Capri, Emanuela Di Giovambattista, Fabrizio D'Alessandro, Sergio Ianni, Gianni Padovani, Fabrizio Ciccarelli, Stefano Albano, Stefano Palumbo, Antonio Nardantonio, Paolo Romano e Massimo Scimia. I ricorrenti chiedono il riconteggio dei voti in 10 seggi; se il Tar dovesse dire sì, per ottenere il risultato sperato, e cioè la certezza che il centrosinistra abbia effettivamente superato il 50 più uno delle preferenze, dovrebbero essere conteggiate non 41, ma 82 preferenze in più alla coalizione civico progressista; ciò in virtù del fatto che aumentando il numero dei voti validi si alzerebbe anche il coefficiente dei candidati a sindaco; inoltre, riconteggiando il risultato di alcuni seggi non si può certo escludere che non spuntino fuori voti validi non assegnati anche al centrodestra.