PESCARA Procura della Repubblica di Pescara, Corte dei Conti e Autorità anticorruzione mettono le mani sulla vicenda Interporto Val Pescara di Manoppello: un insieme di strutture e servizi nati per promuovere e sviluppare l'intermodalità dei trasporti. La segnalazione giunta agli organi di controllo e giudiziari porta la firma dell'attuale presidente della giunta regionale d'Abruzzo, Luciano D'Alfonso (risale al febbraio scorso), e riguarda in particolare una convezione che venne stipulata a suo tempo dai vertici della precedente giunta regionale. «Una convezione - scrive D'Alfonso - risalente nel tempo, che condiziona tuttora l'agire amministrativo, con implicazioni dalla portata significativa a causa delle clausole ivi contenute e degli effetti che le stesse sono suscettibili di provocare sulle rispettive posizioni, quella pubblica e quella privata, che ne sono coinvolte». Una vera e propria bomba per una struttura che ha succhiato negli anni decine e decine di milioni di euro pubblici e che, proprio a causa di quelle clausole, non ha portato nulla nelle casse della Regione. Anzi, a detta della Regione, «nella definizione del regolamento contrattuale dei rapporti tra soggetto pubblico concedente e soggetto privato concessionario», si evidenzierebbero «alcune significative criticità sotto il profilo della legittimità amministrativa e contabile che appaiono, sulla scorta di approfondimenti condotti dalle strutture tecniche e legali di questa amministrazione, non solo in contrasto con il principio, caratterizzante la concessione dei lavori pubblici, della traslazione dell'alea e cioè del rischio economico connesso alla gestione dell'opera o del progetto al soggetto privato, ma anche vessatorie e contrarie alla disciplina legislativa vigente». In sostanza non ci sarebbe mai stato il riequilibrio delle condizioni economiche-finanziarie del rapporto contrattuale e alla Regione non sarebbero mai stati versati i canoni previsti per l'utilizzo della mega struttura. Dal gennaio del 2009 nella gestione economica e funzionale della struttura subentrarono la Di Vincenzo Dino & C. spa quale impresa mandataria del raggruppamento temporaneo di imprese costituito con la società Toto spa, in forza di una convenzione stipulata nel 2008 con la Regione Abruzzo, all'esito dell'aggiudicazione della gara pubblica. I versamenti dovuti alla Regione non sarebbero stati effettuati per l'assenza di specifici capitoli di bilancio. «Non si rinviene nell'ordinamento positivo regionale - spiega la Regione nella segnalazione - alcuna norma che sancisca detto vincolo e che disponga l'iscrizione in bilancio di capitoli dedicati alla riscossione di canoni di locazione degli immobili presenti nell'Interporto Val Pescara. L'assenza di capitoli dedicati non costituisce comunque impedimento al versamento di canoni dovuti alla Regione Abruzzo per fitti attivi inerenti il così detto patrimonio disponibile».