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Data: 13/10/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Verso il voto - Legge elettorale primo sì: battuti i franchi tiratori

ROMA Fallisce l'assalto di chi avrebbe voluto affossare il Rosatellum. A scrutinio segreto arrivano 375 sì, mentre i no si sono fermati a quota 215. Hanno votato a favore Pd, FI, Ap, Lega Nord, Civici e Innovatori, Psi, Udc, Direzione italia, Ala-Scelta civica, Des-centro democratico. Contrari M5S, Mdp, Sinistra italiana, Fdi e Alternativa libera. Dopo il via libera finale di Montecitorio la legge elettorale arriva al Senato. Da martedì in Commissione, mentre l'approdo nell'Aula è previsto per il 24 o il 25 ottobre. Prima dell'arrivo della legge di stabilità. Tre fiducie come alla Camera e poi il voto definitivo a scrutinio palese.
LA PROSPETTIVA
Con la fumata bianca di ieri si assottigliano gli spazi di chi punta a far saltare tutto. «Potremmo votare anche per corrispondenza», si dicono convinti i sottoscrittori del patto. Qualche distinguo tra i dem, soprattutto tra i parlamentari del Nord, qualche dubbio da parte di esponenti di Ap che due giorni fa ha tenuto una riunione di gruppo, ma il semaforo verde non è più considerato a rischio (FI e Lega lasceranno l'Aula per abbassare il quorum). Dopo tre giorni di fuoco in Parlamento, con le proteste di piazza alimentate da M5S e Mdp, il Rosatellum vede la luce. Nonostante il tentativo, soprattutto dei grillini, di allungare i tempi. Nel pomeriggio sono stati presentati circa 150 ordini del giorno ma è fallita anche la manovra di arrivare a votare venerdì.
Tra i grillini e i dem distanze su tutto. Perfino sul numero dei franchi tiratori, con Di Maio che ne conteggia 66 e l'artefice del sistema di voto (Rosato) al massimo 35. Il numero dovrebbe attestarsi tra i 50 e i 60. In ogni caso ieri le forze politiche che hanno sottoscritto il patto sul Rosatellum hanno retto. Prima sulla terza fiducia (passata con 309, 87 no e 6 astenuti), poi sui due articoli: il 4 (381 favorevoli, 152 contrari e un solo astenuto) e il 5 (372 sì e 149 voti contrari) che prevedeva anche la cosiddetta norma Salva-Verdini, ovvero la possibilità per i residenti in Italia di potersi candidare all'estero. Infine la fumata bianca senza scossoni.
Festeggia Rosato: «Ieri notte mi sono svegliato alle tre, ero troppo nervoso». Festeggia Brunetta: «Ho chiamato Berlusconi, era raggiante». Esulta Renzi che nel pomeriggio ha inviato continui sms ai suoi. Esultano i leghisti e i centristi. Facce scure invece tra i contrari alla legge. «State lasciando in eredità all'Italia una nuova legge truffa e per questo la storia sicuramente non vi assolverà», l'invettiva di Di Maio che annuncia proteste anche al Senato e al Quirinale con annesso pressing perché Mattarella non firmi la legge. «Oggi si è scritta una pagina nera, si è perpetuata una violenza al Parlamento», l'affondo di Speranza. «Il Rosatellum serve per fare una grande ammucchiata», la denuncia della Meloni. «Non c'è alcun attacco eversivo in corso», risposta del capogruppo di Ap Lupi. «Non dite che è una legge elettorale incostituzionale perché è falso», si è rivolto Rosato ai pentastellati, «siete voi ad imbrogliare gli elettori dicendo vogliamo governare da soli».
Ma i più sconfortati sono quei franchi tiratori rimasti isolati ad esprimere il proprio dissenso. C'è chi denuncia, dietro l'anonimato, pressioni da parte dei vertici delle forze politiche del sì alla legge. «Hanno invitato tutti spiega un deputato dem sconsolato - ad essere trasparenti, a votare con il dito ben visibile, a evitare manovre indecifrabili, a controllare chi sedeva nel banco affianco».

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