L'AQUILA Il meccanismo per risparmiare sui costi del lavoro restando nella legalità è sempre lo stesso: buste paga con monte ore falsato rispetto a quelle lavorate, niente applicazione dei contratti nazionali del settore, inquadramenti con livelli inferiori rispetto alle reali mansioni, pressioni di tutti i tipi per portare a termine quante più commesse possibile. E poi, ricatti e un turn over dei dipendenti «pauroso». A cadere nel pozzo senza fondo del cosiddetto "lavoro grigio" - quello che apparentemente rispetta le regole e le norme, ma in realtà attua forme di sfruttamento che non emergono mai - è anche il settore della logistica e delle spedizioni, esploso con l'aumentare delle vendite e delle ordinazioni on line. Insomma, dietro al risparmio dell'acquisto su Internet c'è «un'illegalità diffusa» che coinvolge anche il territorio aquilano. A denunciarlo è la Cgil, che ha dato mandato ai suoi legali per fare un esposto alla Procura con tutti i dati e i nomi in suo possesso. «Abbiamo fatto un'indagine approfondita e ne abbiamo scoperte di tutti i colori», ha detto il segretario provinciale della Cgil Umberto Trasatti, affiancato, in un duro atto d'accusa contro «le aziende che rischiano di gettare fuori dal mercato con una concorrenza sleale dilagante, quelle le imprese che, rispettano le regole», anche dal segretario provinciale della Filt-Cgil Domenico Fontana, e da Franca Gentile, responsabile dell'Ufficio vertenze. «Uno degli aspetti più gravi», ha spiegato Trasatti, «coinvolge i capitoli di appalto e subappalto dei grandi loghi. Non vogliamo parlare di caporalato, ma l'illegalità sta sfuggendo al controllo, con aziende che nascono come funghi e poi subito muoiono, un turn over che nel 2015 ha visto, per esempio, 53 assunzioni e 23 cessazioni e quest'anno già 32 assunzioni, 22 cessazioni e 33 proroghe. Ci troviamo fuori di ogni regola contrattuale». Una situazione di emergenza che «coinvolge all'Aquila centinaia di giovani», ha sottolineato Fontana. Di qui la richiesta di un tavolo con i ministeri competenti e l'appello alle istituzioni, e anche alle organizzazioni imprenditoriali, non solo per applicare una sorta di codice di comportamento etico nel rispetto dei diritti dei lavoratori, ma anche per «tutelare le imprese che invece operano nella legalità e rischiano di essere messe fuori mercato». Spesso si tratta di cooperative false, che non applicano il principio della cooperazione ma assumono i lavoratori come soci, ha rilevato Fontana. Larghissimo il ricorso a lavoratori più deboli, come i migranti.