ROMA Il nuovo scontro Poletti-Boeri è mimetizzato dietro un comunicato dai toni istituzionali. Ma di fatto perentori. L'Inps applichi la norma dell'Ape social - l'anticipo pensionistico che spetta ad alcune categorie di lavoratori con determinati requisiti - «nella maniera più estesa e in sostanziale coerenza con le volontà espresse dal Parlamento». Certamente non si può essere esclusi per lavoretti occasionali, magari con i voucher. A dirlo è il Ministero del Lavoro che così recepisce gli allarmi dei sindacati e di fatto smentisce quanto affermato l'altro giorno dall'istituto guidato da Tito Boeri, ovvero che le sue interpretazioni restrittive erano «avallate dai Ministeri vigilanti».
Un'affermazione che non deve proprio essere andata giù al ministro Giuliano Poletti. In una nota inoltrata ieri a tutti gli organi di stampa il suo ministero infatti precisa che la richiesta di interpretazione da parte dell'Inps delle norme su Ape sociale e pensionamento anticipato dei lavoratori precoci, è arrivata il 9 ottobre scorso. E il Ministero ha risposto ieri (quindi non prima), chiedendo all'Inps di «applicare le due misure nella maniera più estesa e in sostanziale coerenza con le volontà espresse dal Parlamento». Inoltre si ricorda «che l'Inps potrà applicare l'interpretazione suggerita anche al fine di rivedere in autotutela le decisioni eventualmente già assunte». Musica per le orecchie dei sindacati che infatti plaudono.
LA MARCIA INDIETRO
Boeri stavolta fa buon viso a cattivo gioco: «Noi saremo i primi, pronti e felici di riesaminare le domande e mandare a coloro a cui la domanda era stata inizialmente respinta la comunicazione che potranno accedere alle prestazioni». Lo hanno già fatto - precisa - in un altro caso di dubbia interpretazione, quello dei lavoratori con contributi all'estero: «Ci è stato detto che possono essere ammessi e quindi li abbiamo riammessi». Non manca però una frecciatina: «Il legislatore pensi un pò di più quando fa le leggi, soprattutto quelle così complesse con tante posizioni da curare». Un decreto - puntualizza Boeri - che ha richiesto all'Inps «uno sforzo immane, con l'equivalente di 900 funzionari C1, laureati, per 3 mesi senza oneri aggiuntivi». Infine un invito: «Ora lavoriamo tutti insieme con atteggiamento collaborativo a un nuovo protocollo» per trovare «criteri obiettivi» che diano la possibilità all'Inps di «certificare le condizioni dei lavori rischiosi, difficoltosi e particolarmente gravosi» indicati nel decreto.
Nella risposta del ministero del Lavoro all'Inps, comunque, molti dubbi dovrebbero già essere sciolti. Richiamandosi a decreti e circolari in vigore (decreto 150/2015 art. 19 comma 3; circolare 34 del 23/12/2015; decreto 50/2017), il team guidato da Poletti ricorda a Boeri che: lo stato di disoccupazione «è sospeso» in caso di rapporto di lavoro subordinato fino a sei mesi; è compatibile con lavori che determinano un reddito annuo inferiore a quello esente (8.000 euro per le attività di lavoro subordinato o parasubordinato, 4.800 per quelle di lavoro autonomo); il lavoro occasionale con i voucher non incide sullo stato di disoccupazione. In tutti questi casi quindi la domanda di Ape social - se ci sono gli altri requisiti (63 anni di età, 30 di contributi, particolare disagio dovuto all'assistenza di familiari con gravi handicap, o lavori gravosi e precoci) - non può essere rigettata. La posizione del ministero del Lavoro riapre le porte a molti potenziali esclusi. Sono 66.409 le domande arrivate all'Inps. Le graduatorie di chi è dentro e chi è fuori dovrebbero essere pubblicate domani. Secondo le denunce dei sindacati (Inca Cgil in primis) le «interpretazioni restrittive dell'Inps» avrebbero escluso una valanga di richiedenti, forse il 75%. In tanti si sarebbero ritrovati fuori anche solo per un voucher percepito nei richiesti tre mesi di disoccupazione senza ammortizzatori sociali.