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Data: 17/10/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Dall’emergenza al futuro. Chiesta una legge quadro sulle catastrofi nazionali. Il Convegno della Cgil a Teramo

TERAMO La si invoca con forza, la si chiede da più parti: la legge quadro delle emergenze deve assolutamente concretizzarsi dal momento che terremoti, inondazioni e altri cataclismi, per dirla con le parole di Gianna Fracassi, della segreteria nazionale della Cgil, «sono ormai all'ordine del giorno e non più accadimenti straordinari». Chi fa le veci di Susanna Camusso, la grande assente al congresso della Cgil sulla fragilità del territorio e il futuro delle zone interne, chiarisce che «i tre decreti emanati per il sisma la dicono lunga: non è possibile che si cambi il governo e si introduca un modello per affrontare le emergenze, da questo punto di vista dovremmo smettere di chiamarle tali perché il territorio del nostro paese è diventato un quadro ordinario di intervento non più emergenziale».
Nella sala convegni della facoltà teramana di Giurisprudenza, il governatore Luciano D'Alfonso chiede che davanti alle catastrofi le istituzioni debbano farsi trovare preparate. «La copertura normativa è la migliore possibile e a Teramo c'è stata la novità dei decisori politici non colpiti dalla sindrome della paura, che non hanno avuto paura di muoversi». Il presidente della Regione chiede «una legge nazionale che metta all'ordine del giorno l'emergenza». Denunzia altresì che al sistema della Protezione civile, dopo il gigantismo di Bertolaso, mancano ben 100 dirigenti, oltre che mezzi.
La «totale estemporaneità» riguardo gli interventi sulla ricostruzione è sottolineata invece dal segretario Cgil Abruzzo e Molise, Sandro Del Fattore, che ricorda come «si fatichi ancora a far tornare la gente a casa». Il presidente della Provincia di Teramo, Renzo Di Sabatino, ha invece rimarcato che «la fragilità del territorio deriva da diversi fattori, anche dalla protezione del territorio che è stata smantellata con un nuovo sistema pubblico che però non garantisce l'ordinaria manutenzione».
In sala è tutto un rincorrersi del verbo «prevenzione». Di Sabatino pretende che ci sia più coraggio tra i dirigenti della pubblica amministrazione nell'assunzione di responsabilità: «S'incontrano persone che si tengono sul minimo garantito, c'è una tendenza alla timidezza amministrativa». I costi delle ricostruzioni in 70 anni di emergenze sismiche ammontano a 250 miliardi di euro, rende conto Roberto Di Marco: «Un sisma vale 5 volte l'alluvione» azzarda un paragone. Chiude il padrone di casa, il segretario provinciale di Cgil Teramo, Giovanni Timoteo: «In diverse zone si devono ancora attivare le procedure di ricostruzione del sisma del 2009».

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