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Data: 17/10/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Sgravi per gli under 35 bonus e niente tasse. Gentiloni vara le norme per sostenere la crescita. «No a lacrime e sangue» Ma Mdp non ci sta: «Impegni già traditi». Lavoro, imprese, povertà e statali. Le 4 macro-aree di intervento. Dal deficit ricavati 10,9 miliardi, coperture per 9,5

ROMA Niente nuove «tasse, gabelle, accise». Il giorno del varo della manovra il governo conferma la direzione di marcia e indica nella lotta alla disoccupazione giovanile e, più in generale, nel sostegno alle fasce più deboli della popolazione gli obiettivi principali di un'operazione che vale 20,4 miliardi.Il premier Paolo Gentiloni scende in conferenza stampa a palazzo Chigi insieme al ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan e spiega di aver voluto una legge di Bilancio «snella», che non pesi sulle tasche degli italiani («non sarà di lacrime e sangue», dice) rivolgendo, anche in ragione di questo sforzo, un appello alla responsabilità del Parlamento per un iter senza incidenti. Resta certo difficile il rapporto con Articolo 1-Mdp, le cui richieste su sanità e pensioni non sono state accontentate. Del fatto che quindi non sia scontato il voto degli ex Pd, il presidente del Consiglio ne è consapevole: «L'auspicio è che Mdp voti la manovra; dal punto di vista della realtà vedremo. Per avere un sostegno di maggioranza - osserva - bisogna essere in due». Entrambe le parti sottolineano tra l'altro come la partita che si gioca sui conti pubblici sia intrecciata con quella della legge elettorale, su cui il governo ha chiesto la scorsa settimana la fiducia e che rappresenta, commenta il leader di Mdp Roberto Speranza, «un punto di non ritorno». Qualche margine di trattativa però esiste ancora: durante l'esame in Senato e alla Camera potrebbe esserci spazio, con una dote per le modifiche che oscilla tra i 300 e i 450 milioni complessivamente, per qualche intervento sia sul fronte della sanità (con una rimodulazione dei superticket) sia su quello di un ulteriore rafforzamento del reddito di inclusione: «Vedremo in Parlamento - dice infatti il presidente della commissione Bilancio di Montecitorio Francesco Boccia - cosa si potrà fare sul welfare». Ma proprio l'assenza di un intervento sulle pensioni, e in particolare sull'innalzamento dell'età pensionabile, lascia insoddisfatti i sindacati, che insistono nel chiedere risposte e che però, avendo incassato il rinnovo dei contratti del pubblico impiego decidono di non alzare, almeno non da subito, barricate: «Quando ci sono corrette relazioni sindacali - commenta ad esempio la Fp Cgil, la categoria che rappresenta gli statali - si raggiungono buoni risultati per tutti».Per il governo, che tra l'altro in occasione del Cdm ha autorizzato l'esercizio del Golden power su Tim, il binomio vincente è quello giovani-lavoro ed è intorno a questa coppia che gira la misura simbolo dell'ultima legge di bilancio della legislatura e che punta quindi sugli sgravi per gli under 35 (con un decalage dopo il primo anno) attraverso la decontribuzione al 50% per i primi tre anni, che sale al 100% al Sud. Insomma, le risorse, che per il 40% arrivano dai tagli e per il 60% da «efficientamento delle entrate», saranno anche limitate, riconosce il ministro Padoan, ma questa è una «manovra di svolta» perché i fondi sono «ben indirizzati» e rafforzeranno la crescita: «Il deficit scende, l'indebitamento scende e prevediamo - è la scommessa del ministro - che continui a scendere e continuerà a scendere». Ma nell'ultima manovra della legislatura c'è spazio per un po' di tutto: dal finanziamento per la lettura al capitolo industria 4.0 («10 miliardi di finanziamenti a sostegno delle imprese», fa sapere il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda), dalle detrazioni per il verde su terrazzi e giardini all'assunzione di 1.500 ricercatori passando per la conferma di sisma bonus e ecobonus.Un mix di interventi che prenderà una forma definitiva nelle prossime ore e che, secondo il timing ufficiale, dovrebbe sbarcare in Parlamento entro venerdì e sui cui però, maggioranza a parte, si appuntano le critiche di centrodestra, M5s e sinistra. Secondo i pentastellati la manovra sembra «scritta da una di quelle banche d'affari che vogliono fare a pezzi la nostra Costituzione», mentre Forza Italia punta i riflettori su ciò che non c'è, vale a dire le privatizzazioni che, secondo il ministro dell'Economia, «sono però un capitolo non chiuso».


Lavoro, imprese, povertà e statali. Le 4 macro-aree di intervento. Dal deficit ricavati 10,9 miliardi, coperture per 9,5

ROMA Lavoro, imprese, povertà e statali. È una manovra «snella», come l'ha definita il premier Paolo Gentiloni, quella approvata dal Consiglio dei ministri, e che concentra le risorse «limitate ma ben utilizzate», ha detto il ministro Pier Carlo Padoan, in pochi capitoli fondamentali. Ecco nel dettaglio le misure principali. Giovani, per il primo anno sgravi fino a 34 anni: la decontribuzione è la più importante delle misure per la crescita messa in campo. Dovrebbe costare 338 milioni il primo anno che salgono a 2,1 miliardi nel 2019. Lo sgravio permanente per le assunzioni stabili sarà al 50% per tre anni e per il solo 2018 si potranno incentivare le assunzioni dei giovani under 35, quindi fino a 34 anni compiuti. Il bonus giovani sale al 100% per le assunzioni al Sud, e nelle stesse aree resta al 100% anche per tutti i disoccupati da almeno sei mesi, indipendentemente dall'età. Altri 10 miliardi a impresa 4.0: tanto vale l'intero pacchetto «Impresa 4.0» tra 2018 e 2028 per le aziende che investiranno in innovazione, ricerca e formazione negli ambiti e nelle tecnologie che caratterizzano la quarta rivoluzione industriale. Confermati gli incentivi agli investimenti, con l'iperammortamento che rimane al 250%, e il superammortamento scende dal 140% al 130%. Previsto anche il credito di imposta per la formazione digitale, che dovrebbe essere stabilito al 50% delle spese destinate dall'impresa allo scopo. Istituito il «Fondo per il capitale immateriale, la competitività e la produttività».300 milioni per Rei e inclusione: per la lotta alla povertà sul piatto ci sono altri 300 milioni che andranno in prima battuta al nuovo Reddito di inclusione, che parte da gennaio. Previste anche misure per la famiglia.Garantiti gli aumenti da 85 euro per gli statali: la manovra stanzia la terza e ultima tranche di risorse da destinare agli statali. La cifra aggiuntiva si aggira intorno a 1,7 miliardi. Gli incrementi stipendiali per gli oltre 3 milioni di dipendenti pubblici varranno circa 5 miliardi. L'aumento medio mensile è di 85 euro. Lo scatto non dovrebbe comportare la perdita del bonus di 80 euro per coloro che hanno redditi tra i 23mila e i 26mila euro annui, quindi a rischio di superare la soglia per il riconoscimento del beneficio. La ministra Madia ha infatti sempre assicurato che le fasce più deboli saranno tutelate. Il capitolo statali sarà arricchito anche da altre misure, tra cui l'allineamento delle buste paga dei presidi con quelle degli altri dirigenti Pa. Al momento infatti i manager delle scuole hanno stipendi molto meno pesanti. I dettagli degli incrementi saranno poi affidati alla trattativa tra i sindacati e l'Aran, l'agenzia che rappresenta il governo nei tavoli negoziali. Si attende, infatti, una nuova convocazione.

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