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Data: 19/10/2017
Testata giornalistica: Il Centro
La Regione taglia le rate del debito. Ok del governo al rientro in 20 anni. Inserito nel bilancio dello Stato la cosiddetta "norma Abruzzo". Si passa da 50 a 25 milioni l'anno . D'Alfonso: «Torniamo in bonis». Paolucci: «Non dovremo più penare per i servizi essenziali»

PESCARA La Regione Abruzzo allenta la camicia di forza del debito, che adesso potrà spalmare in 20 anni, recuperando 25 dei 50 milioni l'anno versati per ripianarlo. E' l'affetto della cosiddetta "norma Abruzzo" inserita nella legge di bilancio dello Stato. La norma riguarda i debiti ereditati al 31 dicembre 2014 dalle amministrazioni precedenti e relative al periodo successivo al 1999 (circa 770 milioni di euro, oggi diventati 680 milioni dopo gli accantonamenti e gli abbattimenti disposti dall'attuale giunta). Inizialmente il rientro doveva essere in sette anni, poi è stato portato a 10 e oggi va spalmato a 20. È vero che il debito andrà comunque pagato, ma l'effetto sui conti pubblici sarà più limitato. La norma stabilisce anche l'obbligo di aumentare gli investimenti del 2 per cento a partire dal 2018. «La finanza pubblica della Regione Abruzzo torna così definitivamente in bonis», annunciano il presidente della Giunta regionale, Luciano D'Alfonso, e l'assessore regionale al Bilancio, Silvio Paolucci. «Si tratta di un risultato senza pari. Chiudiamo 20 anni di storia. A questo punto si può cominciare a correre e a ingrandire il nostro regionalismo».In sostanza la Regione avrà più carburante per i servizi: sociale e trasporti soprattutto. «Abbiamo fatto un gran lavoro per portare a casa la norma», spiega Paolucci, «e ci è stato riconosciuto il fatto che la Regione è gravata da troppe situazioni passate (dato che in questi anni non abbiamo prodotto disavanzo), ed è stata impegnata nel rientro dal della sanità. Ora la nuova norma ci permette di accantonare non più 50 milioni l'anno ma 25. In più non prevede copertura finanziaria per lo Stato. Come direbbe D'Alfonso "fa esplodere la ricchezza normativa». Tradotto: è una norma che produce risorse senza costi aggiuntivi. «Sembra un passaggio molto tecnico», aggiunge l'assessore, «ma ha a che fare con la vita dei cittadini, perché con il debito si colpiscono soprattutto i più deboli. E così l'allungamento delle rate ci permette di non tagliare i trasporti, il sociale, i fondi per gli studenti lavoratori e così via. Altra virtuosità introdotta dalla norma è la possibilità di investire. Quello che risparmiamo lo investiamo».Secondo Paolucci il via libera del ministero è anche la «pietra tombale» su tutte le questioni legate al riallineamento dei documenti contabili, cioè al problema sollevato dalla Corte dei Conti e dalla Corte costituzionale sul rendiconto del 2013. «Abbiamo accelerato e approvato i rendiconti del 2013 e del 1014», dice Paolucci, «e sto per approvare quello del 2015». Un riallineamento necessario per tornare a fare variazioni di bilancio, come quella necessaria per destinare 280 mila euro al progetto Noemi per l'assistenza dei bambini con malattie rare. «Questa è anche una risposta a Noemi», dice ora l'assessore. Ma la "norma Abruzzo" non cambia il giudizio negativo delle opposizioni sull'operato della giunta. Per Gianni Chiodi «si tratta di una norma indispensabile, che più volte sollecitai anche io in commissione, in realtà invocando un arco temporale di 30 anni. D'altronde era chiaro che fosse necessario un tempo più ampio per ripianare il deficit e che i 7 anni iniziali fossero troppo pochi». Per Domenico Pettinari (M5s) la Regione è «tecnicamente fallita». Dalla Regione rispondono al pentastellato che «nessun taglio verrà effettuato dall'amministrazione regionale sui servizi essenziali».

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